Coronavirus, pugno duro dell’Est Europa: tir italiani bloccati
La chiusura dei valichi di frontiera e l’aumento spropositato dei controlli deciso da alcuni Paesi dell’Est Europa sta danneggiando i tir italiani.
L’Italia, in Europa, è sempre più sola. Lo avevamo capito da mesi, da ben prima dello scoppio della pandemia di Covid-19. Ora, in uno dei momenti più complicati di sempre, arriva la conferma definitiva.
Altro che spirito comunitario, in Europa ogni Stato pensa al proprio mulino. Come fa notare Il Sole 24 Ore, dalla quello sloveno a quello ungherese, il nostro Paese è stato completamente isolato dai governi dell’Est.
La netta chiusura dei valichi di frontiera e l’aumento spropositato dei controlli sanitari hanno provocato una congestione generale delle spedizioni su strada. Il risultato più evidente è un danneggiamento delle esportazioni italiane, con ripercussioni al nostro settore economico.
Certo, la Commissione europea ha chiesto agli Stati membri di evitare misure potenzialmente letali per il futuro del mercato unico delle merci. Ma dall’altro lato ci sono diversi Paesi, come detto, che non sembrano ascoltare le indicazioni di Von der Leyen.
Anzi: la loro ricetta è opposta. Divieti, restrizioni e chiusure di frontiere sono solo alcune delle misure prese per colpire il trasporto merci proveniente dall’Italia. La conferma arriva da un report di Uniontrasporti/Unioncamere. “Il sistema di trasporto delle merci – si legge – è stato nei giorni scorsi fortemente rallentato dalla chiusura di numerosi valichi di frontiera, insieme all’ aumento dei controlli sanitari di confine, che hanno determinato una congestione generale del sistema di trasporto su gomma”.
Così vene danneggiata l’Italia
Tante le situazioni critiche. L’11 e 12 marzo l’Austria ha fatto scattare al Brennero controlli straordinari, provocando una massiccia interruzione del traffico pesante con code lunghe fino a 90 chilometri. Oggi la situazione è stabile ma da tenere sotto controllo.
In Bulgaria gli autisti provenienti dall’Italia che scaricano nel Paese vengono fermati e messi in quarantena per 14 giorni. In Repubblica Ceca gli ingressi da Austria e Germania sono consentiti solo da 11 punti, previo controllo alle frontiere. I flussi commerciali in entrata dal nostro Paese sono quindi rallentati.
Controlli simili avvengono al confine tra Slovenia e Croazia. Il governo croato ha disposto la quarantena a persone provenienti da varie nazioni, Italia compresa. Restrizioni anche in Romania e Serbia: nel primo caso l’ingresso è consentito a condizione di una quarantena obbligatoria o autoisolamento, mentre nel secondo è stato deciso il temporaneo divieto di ingresso per i viaggiatori provenienti dall’Italia.
Soppresso in Slovenia il trasporto ferroviario di persone. Controlli e restrizioni all’ingresso nel Paese dall’Italia; istituiti sei punti di monitoraggio. In Polonia sono stati introdotti controlli sanitari ai valichi di frontiera. L’Ungheria ha dichiarato stato di emergenza: introdotti i soliti controlli di frontiera. L’autista di nazionalità non ungherese può entrare nel luogo dove scarica ma dopo deve finire in quarantena per 14 giorni o in un locale creato nello stesso stabilimento in cui scarica o nella cabina del suo camion.
il giornale.it