Padova: esplode virus in una casa di riposo, “mancano mascherine, abbiamo sopravvivenza un giorno”
È un grido di aiuto disperato quello che arriva dal sindaco di Merlara, Claudia Corradin, in provincia di Padova.
Il virus, questo bastardo, questo subdolo, questo mostro che si moltiplica e si rinforza a ogni contagio, questo essere virale che si sposta da una parte all’altra, è esploso dentro una casa di riposo, la Pietro e Santa Scarmignan, contagiando ospiti e personale. I parenti lì dentro hanno nonni, nonne, zii, e sui social lanciano un appello disperato.
Merlara è un comune di poco meno di 2700 abitanti. E sta a mezz’ora da Vo’Euganeo, qui da dove era partito tutto. Qui dove è morta la prima vittima italiana del Coronavirus. Si chiamava Adriano Trevisan e aveva 77 anni. Aveva la passione per le carte. Qui dove il Giornale.it era stato nella zona rossa per documentare il paese blindato.
E ora a Merlara la situazione è drammatica. I positivi sono 88. Gli ospiti erano 69, di cui tre deceduti. Uno è morto sabato e due domenica. Gli anziani contagiati sono stati 63 più 25 persone del personale su 46. Personale ora dimezzato che lavora in condizioni stremate e di estrema urgenza. Turni massacranti per coprire le assenze di chi risultato positivo è in quarantena.
Il sindaco Claudia Corradin ha fatto arrivare un messaggio vocale al governatore del Veneto, Luca Zaia, che l’ha chiamata. Ora hanno contattato alcune cooperative per far arrivare almeno dei rinforzi. “Anche se non sono Oss – spiega il sindaco al Giornale.it – almeno possono aiutare il personale. La situazione è molto drammatica. Quei pochi operatori rimasti hanno il terrore di contagiarsi anche perché le mascherine e i dispositivi di protezione stanno per esaurirsi. Abbiamo un giorno di sopravvivenza. Poi come facciamo? Altri hanno paura. Noi abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare, ma ora sono allo stremo. Serve un’attenzione anche per queste strutture. Capisco che la Regione è in difficoltà ma ci sentiamo abbandonati. Quando entra un virus in una struttura così, è ovvio che ci sia la decimazione”.
Sabato è morto Nerone Ugo Melato, aveva 89 anni ed era di Saletto di Borgo Veneto. Domenica poi è toccato a una donna, era del 1922, Camilla Costantini. Anche se la direzione per motivi di privacy non ha voluto confermare se la donna fosse o meno tra i sessanta ospiti risultati positivi al Covid. Idem un’altra donna, morta anche lei sempre nella giornata di domenica.
“Siamo in continuo contatto con prefettura, Ulss, protezione civile e quanti possono dare un contributo – aveva scritto su Facebook domenica il sindaco – è necessario mantenere la calma e non fomentare polemiche. Ce la faremo”.
Ma la situazione è di estrema tensione. Le mascherine mancano e non si trovano. Gli anziani lì dentro non possono vedere nessuno se non gli operatori. Non vedono i loro cari. Non vedono figli. Non vedono i nipoti. L’unica cosa che possono fare è una videochiamata, una semplice videochiamata su whatsapp.
il giornale.it