Coronavirus, le prime chiusure dei supermercati: ecco chi dice “basta”

Prime crepe tra i servizi essenziali assicurati dal governo agli italiani durante il lockdown. La Coop ha deciso la chiusura degli oltre 1.100 punti vendita la domenica, a partire dal 22 marzo, per le prossime due settimane. L’ obiettivo è impedire la concentrazione degli acquisti e garantire una pausa ai lavoratori. Non chiuderà, invece, Conad, che però adeguerà i suoi orari alle indicazioni del decreto (chiudendo alle 13 la domenica e alle 19 da lunedì a sabato).

Valutazione diversa, invece, per quanto riguarda l’ indicazione di organizzare aree interdette al pubblico per la vendita di prodotti non alimentari all’ interno di ipermercati e supermercati, come per esempio gli oggetti da cancelleria tanto preziosi alle famiglie con bambini in questi giorni di chiusura delle scuole: “Per essere serviti bene e in ossequio alle regole di sicurezza in vigore, i cittadini devono essere liberi di acquistare tutto quello di cui hanno bisogno e che trovano nei punti vendita della Gdo”, la spiegazione dell’ad di Conad Francesco Pugliese. A differenza, per esempi, dei punti vendita di Esselunga che, invece, ha limitato almeno per lo scorso week end proprio l’acquisto di questi materiali. 

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