Lagarde, Bergoglio, Conte: le facce del menefreghismo per la sciagura del coronavirus
Roma, 14 mar – Il bel faccione sorridente di Christine Lagarde, assolutamente inespressivo e quanto mai lunare, nella sua cornice argentea, è la migliore raffigurazione dell’Europa. Insensibile, non capisce a fondo l’emergenza in atto e non sa che siamo alla vigilia di una crisi profonda che lascerà tracce molto dolorose in tutti i Paesi europei. Nessuno si illuda di salvarsi, poiché il problema è globale.
Nessun rappresentante delle istituzioni europee ha pensato di venire in Italia, soprattutto nelle regioni del nord, per constatare di persona come l’epidemia si stava diffondendo, quanti ricoveri, quanti morti, quanta disperazione. Ma se è per questo neanche il nostro presidente del Consiglio o il presidente della Repubblica si sono recati nelle zone più duramente colpite per rendersi conto e portare la loro solidarietà nelle strutture sanitarie ormai vicine al collasso.
Un Papa più che assente
E anche il Papa non si esime dal ricordarci di mostrare solidarietà ai “migranti”, come se quella fosse la sua unica preoccupazione. Ma in che mondo viviamo, quale messaggio alle giovani generazioni definite “egoiste” quando chi dovrebbe dare il “buon esempio” non lo fa? Eppure quale cosa più bella e ammirevole sarebbe stata vedere un Papa tra i sofferenti, a dare coraggio e speranza? Le parole in questi frangenti servono a poco, le frasi di circostanza, le esortazioni, le benedizioni sono insopportabili, se non ci si mette in gioco “personalmente” e non si varca la porta della sofferenza. Quella porta che nessuno di noi vorrebbe varcare, ma che purtroppo fa parte della condizione umana e quando si apre o si combatte insieme, uniti, a seconda dei ruoli, oppure non c’è speranza per nessuno.
Una burocrate insensibile
La conferenza stampa dove la signora Lagarde ha sostenuto che lo spread non era un suo problema, dà il segno inequivocabile della sua inconsistenza e della brutalità delle sue dichiarazioni che hanno determinato, per la Borsa italiana, in questo particolare frangente, una grandissima perdita economica. Una tempesta perfetta scuote il mondo e “capelli d’argento”, algidamente, snocciola dati e cifre, invitando gli stati membri a mettere insieme “azioni fiscali forti e concordate”, essendo questo l’unico modo per “affrontare questo grande shock per le prospettive di crescita”. Bla, bla bla, sempre le stesse cose e le regole non si toccano. Ma questa signora dove vive? Che percezione ha del disastro alle porte dell’Europa?
Sanità al collasso
E per venire ai fatti di casa nostra, in anni e anni di professione medica – esercitata tra tante difficoltà, nelle strutture pubbliche – non mi è mai capitato di trovarmi in una situazione così “schizofrenica” come quella attuale, solo in parte giustificata dall’emergenza sanitaria ma, in realtà, determinata dalla totale incapacità della nostra classe dirigente nell’affrontare questa crisi. Mi riferisco, in particolare, all’iniziativa di assumere personale sanitario con contratti a tempo determinato, quasi si trattasse di “cavie” da utilizzare per fronteggiare l’emergenza e, poi, da “collocare a riposo”, sempre che il virus abbia avuto la bontà di risparmiarle.
Maria Teresa Baione