Coronavirus, aumentano le violazioni del decreto: settemila denunce in un giorno
Roma, 14 mar – L’Italia dovrebbe restare chiusa in casa, come si suol dire, perché per combattere l’epidemia di coronavirus è necessario contenere il più possibile i contagi. Tuttavia ci sono molti, troppi cittadini che da quando è in vigore la serrata generale – che durerà fino al 25 marzo – e che di fatto consente gli spostamenti soltanto per motivi di lavoro, salute e reale necessità, se ne infischiano e violano le disposizioni stabilite dal Dpcm dell’11 marzo. E il numero di violazioni è in continuo aumento. Se andiamo a vedere, infatti, l’ultimo aggiornamento del Viminale, nella giornata di ieri sono state controllate 157.271 persone e ne sono state denunciate 6.942 (il 49% in più rispetto al giorno precedente) ai sensi dell’articolo 650 del codice penale (“inosservanza dei provvedimenti dell’autorità”) e 276 ai sensi degli articoli 495 e 496 del codice penale (“falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale” o “false dichiarazioni sulla identità o su qualità personali proprie o di altri”). Si tratta in sostanza dei moduli per l’autodichiarazione – che si deve portare sempre con sé, anche quando ci si sposta a piedi – che a seguito dei controlli da parte delle autorità sono risultati falsi.Sempre ieri, sono stati controllati 83.454 esercizi commerciali e sono stati denunciati 239 titolari, sempre ai sensi dell’articolo 650 del codice penale, ossia violazione delle disposizioni imposte dal governo per contenere i contagi.
I controlli in provincia di Milano
Andando a vedere i dati su base geografica, in provincia di Milano le denunce sono state 124 su 6.934 persone controllate. Sono 781 i negozi visitati dalle forze dell’ordine e tre titolari sono stati multati. Molti controlli anche nella provincia di Bergamo. A Zingonia un disoccupato 39enne è stato fermato fuori dal proprio comune di residenza ed ha giustificato lo spostamento con la ricerca di una prostituta. A Zogno, invece, quattro giovani sono stati fermati mentre facevano volantinaggio, mentre a Clusone una casalinga 50enne è stata denunciata per delitti colposi contro la salute pubblica perché si trovava fuori casa nonostante fosse sottoposta al regime di quarantena.
I controlli in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna le denunce sono oltre cento, molte delle quali di giovani, come i sei di Minerbio denunciati mentre bevevano una birra all’aperto o i cinque denunciati a Riccione dopo essere andati a trovare un amico. A Modena sono stati denunciati otto manifestanti di Si Cobas che partecipavano a unosciopero davanti a un’azienda. I Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna stanno concentrando lo sforzo maggiore sui controlli intorno all’abitato di Medicina, comune dove si sta registrando un alto numero di contagi dopo il caso dei 16 anziani positivi che avevano frequentato il circolo bocciofilo.
I controlli in centro Italia
A Firenze su 1.642 controlli i denunciati sono 49 per violazione dell’articolo 650 e uno per falsa attestazione dell’identità. Ad Ancona le denunce sono state 18. A Montalcino (Siena) una coppia di settantenni vicentini è stata denunciata per essere venuta nella seconda casa attraversando mezza Italia. Sempre in provincia di Siena una coppia è stata denunciata per essere andata a un impianto termale che dista 80 chilometri da casa. A Poggibonsi un 26enne è stato denunciato per essere uscito senza motivo ed essersi filmato in strada e aver postato il video su internet. Denunciata dai vigili urbani, sul lungomare di Viareggio, una coppia di Milano arrivata nei giorni scorsi nella casa delle vacanze. A Roma sono oltre 10mila i controlli effettuati nell’intera giornata di giovedì dalla Polizia Municipale, con sole cinque denunce.
I controlli a Napoli
Nella provincia di Napoli le persone controllate sono state 7.878, di cui 433 le denunciate; gli esercizi commerciali controllati 3.108, e in 103 casi sono stati denunciati i titolari. Sono stati 76 gli interventi per verificare il rispetto delle distanze e del divieto di assembramento. Invece 60 sono state le verifiche dell’idonea certificazione della disinfezione dei locali. Anche qui il problema sono soprattutto i giovani, sorpresi in assembramenti senza rispettare la distanza di un metro.
Ludovica Colli