DIARIO DEL CORONAVIRUS/ Il governo è senza riscatto: pagheremo a lungo l’incapacità di Conte
Osservatorio Senato – Cronache del coronavirus
Un Palazzo spettrale. Vuoto. Desolato. Benvenuti al Senato all’epoca del coronavirus. Presenze contingentate, voti scaglionati, solo una persona a parlare per gruppo in un’importante momento per il Paese come l’approvazione del decreto sullo scostamento di bilancio. In Aula, sembriamo reduci di guerra. Manteniamo le distanze per rispetto, ma anche perché in fondo nessuno può dirsi immune.
Contro il coronavirus? Colpevoli ritardi
Siamo tutti “responsabili”, per usare un termine ormai di moda, sia nelle relazioni interpersonali che al momento del voto. È positivo che il governo abbia deciso di ampliare fino a 25 miliardi le risorse per fronteggiare l’emergenza come aveva chiesto il centrodestra. Ciò non toglie che è forte il rammarico per un governo che recepisce in ritardo proposte avanzate responsabilmente settimane fa. Ritardi e lentezza sono una colpa grave, almeno quanto l’inadeguatezza e l’irresponsabilità. Oltre a lanciare l’hashtag #iorestoacasa, il Presidente del Consiglio Conte dovrebbe andarsene lui, a casa, e portare con sé tutto l’esecutivo. Ufficio stampa in testa.
Il Paese nelle mani del “primo che passa”
Pagheremo forse per anni l’errore di aver messo a Palazzo Chigi il primo che passa. L’uomo qualunque al potere è una suggestione nella quale sono cascati in tanti, ma poi si sono visti i risultati. La Presidenza del Consiglio è un incarico delicato e dovrebbe prevedere delle conoscenze specifiche e delle attitudini personali. Non basta essere una brava persona. Serve l’esperienza per fronteggiare le emergenze. Governare un Paese vuol dire questo. Se tutto fosse semplice e “normale” non ci sarebbe bisogno neanche di un governo, di ministri e sottosegretari. È nella gestione dell’emergenza che si misura la cifra di un esecutivo. Quella di Conte & co. non supera lo zero virgola.