La vergognosa fuga di massa: “Qui a Roma non ci controllano”
Roma è una città blindata: strade deserte, uffici che lavorano a mezzo servizio e locali costretti a chiudere alle sei.
Tutta Italia è diventata zona protetta. Sono vietati gli spostamenti, eccetto quelli dettati da motivi di necessità. Eppure in città ci sono delle zone franche che paiono sfuggire ai diktat emanati dal governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
Una di queste è l’autostazione Tibus, davanti alla stazione Tiburtina, da dove partono i pullman per il Centro e il Sud Italia. Un video girato ieri e pubblicato sui social mostra decine di persone pronte a imbarcarsi per lasciare la Capitale. È il giorno successivo alla conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, che ha annunciato l’estensione a tutto il territorio nazionale delle misure già in vigore nelle zone rosse del Nord.
Epppure uno sciame di viaggiatori viene ripreso ad accalcarsi sulle banchine, con buona pace della distanza di sicurezza che il decreto di Palazzo Chigi, in teoria, obbliga a rispettare. Qualcuno indossa la mascherina, qualcun altro nemmeno quella. Avranno tutti l’autocertificazione in tasca? Non lo sapremo mai visto che di polizia o vigili non c’è neppure l’ombra.
Se la stazione Termini e le principali piazze della movida sono state presidiate con decine di pattuglie, infatti, nel piazzale davanti alla stazione Tiburtina non si vede neanche un agente. Decine di persone così si sono potute imbarcare tranquillamente sugli autobus diretti in Campania, Calabria, Abruzzo, Molise. Chissà se assieme a qualcuno di loro starà viaggiando anche il virus.
La preoccupazione condivisa in queste ore, infatti, è come gli ospedali sguarniti del Mezzogiorno potranno far fronte ad un’emergenza che sta mettendo in ginocchio anche l’efficiente sanità lombarda. Per questo il governo consiglia di non spostarsi a meno che non sia strettamente necessario. Una direttiva che qui, evidentemente, non è stata recepita. E, cosa forse ancor più grave, nessuno si è preoccupato di farla rispettare.
Il video-denuncia, intanto, fa il giro della rete. “Di questo passo a luglio staremo ancora qui a combattere con il contagio quando invece stando fermi due settimane si potrebbe isolare e poi sconfiggere”, commentano gli attivisti del blog Roma fa Schifo. “Credo ci stiano prendendo in giro sul serio”, denuncia Holljwer Paolo, consigliere del II Municipio. “Dove sono i controlli da parte delle forze dell’ordine, del prefetto di Roma ed in generale l’osservanza del DPCM?”, si domanda l’esponente di Fratelli d’Italia.
“Quali sono i motivi inderogabili con cui ci si sposta da una regione all’altra? E soprattutto a tutti gli studenti calabresi e non che rientrano verso casa, avete presente le condizioni della sanità nella nostra regione? Ma che cavolo vi passa per la testa? Rischiate di mettere definitivamente in ginocchio la nostra amata Calabria”, scrive in un post il consigliere di origini calabresi che chiede la quarantena obbligatoria per chi arriva da Roma sul territorio della Regione.
Nel Lazio sono 110 attualmente i casi di Covid-19. Di questi 50 sono ricoverati, 42 sono sottoposti ad isolamento domiciliare, e 15 sono al momento in terapia intensiva.
il giornale.it