Coronavirus, la Cina avverte: “Contagio possibile anche attraverso occhi e lacrime”
Roma, 10 mar – Persino dagli occhi e dalle secrezioni lacrimali potrebbe partire la trasmissione del coronavirus, anche asintomaticamente. Lo rivela un recente studio cinese condotto dai ricercatori del Dipartimento di oftalmologia dell’Università di Zhejiang, dal titolo Evaluation of coronavirus in tears and conjunctival secretions of patients with Sars-Cov-2 infection. I risultati della ricerca sono attualmente in corso di pubblicazione su una rivista scientifica.
Cosa emerge da questa ricerca? A rispondere è Claudio Azzolini, ordinario di malattie dell’apparato visivo presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi dell’Insubria. Intervistato da Repubblica, spiega che “il coronavirus, se presente nella parte anteriore dell’occhio, cioè la congiuntiva, sembra non dia sempre segni di congiuntivite quali arrossamento oculare, bruciori, prurito e lacrimazione. Quindi il virus potrebbe essere presente nelle lacrime senza che ce ne accorgiamo”.
Come avviene il contagio tramite gli occhi
Siamo ormai al corrente della modalità classiche di contagio: “Parlando si liberano nell’aria migliaia di micro-goccioline di saliva assieme al virus a uno-due metri di distanza, ma anche a sei metri di distanza dopo uno starnuto. Queste goccioline possono rimanere sospese in aria per più di mezz’ora, contagiando altre persone “entrando nella bocca o nel naso, ma la trasmissione del virus avviene anche attraverso gli occhi per mezzo del “ film lacrimale”, che è composto “da tre strati che umettano l’occhio con funzioni di difesa, lubrificazione, pulizia e nutrimento. Le lacrime vengono poi convogliate, attraverso i canalini lacrimali situati nella parte interna delle palpebre, in naso e in gola. Se le goccioline infette vaporizzate in aria si appoggiano sugli occhi, possono quindi facilmente arrivare nelle vie respiratorie provocando contagio e infezione”.
“Riparatevi anche gli occhi”
Per cui la parola d’ordine è: oltre a lavarsi le mani e mettersi la mascherina, ripararsi anche gli occhi. “Nei luoghi a rischio e molto affollati – suggerisce Azzolini – è necessario proteggersi non solo con mascherine igieniche o chirurgiche monouso (che proteggono per lo più gli altri) o meglio con mascherine filtranti, ma anche con occhiali. Esistono occhiali protettivi di plastica avvolgenti (costerebbero normalmente pochi euro, ma il condizionale è ora d’obbligo) o specifici occhiali o maschere protettive con perfetta aderenza al viso per chi è ad alto rischio di contagio. Una certa protezione, ma meno efficace, è data dai normali occhiali da vista e occhiali scuri”.
Lenti a contatto
Azzolini sfata il mito delle lenti a contatto come barriera di protezione contro il Covid-19: “Le lenti a contatto – prosegue – sono appoggiate solo sulla cornea, la parte anteriore trasparente dell’occhio, e non danno protezione all’eventuale contagio delle lacrime che poi arrivano in gola e nelle vie respiratorie. Le lenti a contatto possono però trattenere il virus” e si raccomanda sulla modalità di utilizzo delle stesse lenti: “lavarsi bene le mani prima di maneggiarle, non toccarle con le unghie, utilizzare adeguate soluzioni detergenti per lenti a contatto, non usare sapone, saliva o altri liquidi, e infine sciacquare anche il portalenti e farlo asciugare lasciandolo capovolto e aperto”.
Chi è meno a rischio?
Chi lavora per molte ore giornaliere al computer, invece, potrà sì offrire di vista affatticata, ma è più a riparo dal contagio per via oculare: “Chi sta per ore al computer ha un minor ammiccamento e minor escrezione del film lacrimale nel naso e in gola”, spiega Azzolini. “Anche le ciglia lunghe, che riducono il flusso dell’aria intorno all’occhio, dovrebbero diminuire il rischio di contagio del virus attraverso le lacrime e poi in naso e in gola”.
Le richieste di Aimo
A fronte di questa concreta eventualità di trasmissione del virus per via oculare, l‘Associazione italiana dei medici oculisti domanda che “chi di competenza, il ministro della Salute, i governatori delle Regioni i direttori generali e i direttori sanitari delle Asl intervengano affinché venga tutelata la salute dei medici, degli infermieri e dei pazienti che quotidianamente affollano i nostri pronto soccorso e ambulatori oculistici”. Gli affiliati di Aimo invocano “la necessità di rafforzare percorsi adeguati, soprattutto per evitare che pazienti potenzialmente contagiosi condividano gli spazi con altri che hanno altro tipo di patologie, di adeguare la strumentazione con presidi monouso e disinfettanti adeguati, previa capillare istruzione del personale”. Infine, è necessario “predisporre presidi idonei per i medici e infermieri, maschere respiratorie tipo N 95, occhiali protettivi, guanti ed eventualmente tute di contenimento per evitare il contagio del personale sanitario che è sempre in prima linea con dedizione e abnegazione”, concludono.
Cristina Gauri