Il cattivo esempio dei politici: niente quarantena per i contatti di Zingaretti
È mistero su chi sia stato a contagiare il paziente zero della politica, Nicola Zingaretti. Di certo, però, c’è che le restrizioni ferree che sono state imposte ai familiari e ai conoscenti delle migliaia di contagiati italiani per il suo caso non sono valse.
Il governatore del Lazio nell’ultimo periodo è stato in contatto con centinaia di persone: politici, supporter, giornalisti. Eppure, come spiega Franco Bechis in un editoriale pubblicato sul Tempo, per nessuna delle persone che hanno frequentato Zingaretti è stata prevista la quarantena obbligatoria. Questo mentre a milioni di italiani si chiede il sacrificio di blindarsi in casa e limitare il più possibile gli spostamenti.
La spiegazione è stata data dallo staff del governatore del Lazio e segretario del Pd. Il contagio, secondo loro, potrebbe essere avvenuto soltanto nelle 48 ore precedenti all’annuncio della positività al Covid-19. Ma come nota il direttore del quotidiano di piazza Colonna, questa teoria non avrebbe riscontri scientifici. Fatto sta che fino ad ora tutti quelli che hanno deciso di mettersi in quarantena l’hanno fatto di propria sponte, come alcuni parlamentari Dem.
Nessuno, però, si è premurato di rintracciare i contatti del governatore per isolarli. Forse perché altrimenti sarebbero dovuti finire in quarantena ministri, vertici di regioni e persino il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il premier è risultato negativo al test. Il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, invece ha reso nota la propria positività qualche giorno dopo l’annuncio del segretario del Pd. Anche lui, come Conte, era presente alla riunione del 4 marzo a Palazzo Chigi con i governatori delle regioni italiane per fare il punto sull’emergenza coronavirus.
Tra questi Nello Musumeci, che sedeva tra i due politici risultati positivi, ha deciso di mettersi in quarantena. Ma è stato l’unico. È notizia di ieri, intanto, che la segretaria di Zingaretti al Nazareno è stata infettata. Per questo, oggi, nella sede nazionale del Pd, verranno effettuati “lavori di sanificazione”, anche se le porte resteranno aperte. In Regione, invece, sarebbero tutti tranquilli. I tamponi effettuati sullo staff di via della Pisana sono risultati negativi. Forse perché, dicono i maligni, Zingaretti lì non si farebbe vedere da un bel po’.
L’unico a rischiare concretamente è l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, che poco prima dell’annuncio era comparso accanto al leader Dem in una conferenza stampa sul coronavirus. Neanche a lui è stata imposta la quarantena. Il tampone a cui si è sottoposto sabato mattina è negativo, ma nulla esclude che il virus possa essere ancora in fase di incubazione. Nel frattempo, però, nessun appuntamento pubblico è stato annullato.
Insomma, se nelle scorse settimane il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, era stato criticato per il video in cui indossava una mascherina annunciando il suo isolamento dopo la scoperta di un caso positivo di una collaboratrice, ci sono altri rappresentanti delle istituzioni a cui evidentemente non importa dare il buon esempio. Cosa che, al contrario, si chiede di fare ad un’intera comunità.
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