Coronavirus, i ricercatori israeliani: “Siamo vicini al vaccino”
Sì, perché i ricercatori del Galilee Research institute-Migal hanno reso noto di essere a un passo dall’obiettivo.
L’istituto di ricerca, vera eccellenza sanitaria del Paese e non solo, ha comunicato così i passi in avanti nella ricerca di un “antidoto” al Covid-19, che continua a diffondersi in tutto il mondo. L’ultimo bilancio aggiornato dei contagi e dei morti parla di 110.276 infettati, 62.097 ristabiliti e 3.840 decessi. In Italia abbiamo 7.375 casi confermati dalle istituzioni e autorità sanitarie, 622 soggetti che sono guariti e 366 trapassati. In Israele, invece, sono appena 39 i casi rilevati, con due persone che si sono ristabilite e nessun decesso.
Gli esperti del Migal, come registrato da La Stampa, hanno annunciato di aver ottenuto importanti “risultati scientifici” che possono portare in breve tempo alla “rapida creazione di un vaccino contro il coronavirus”.
Gli scienziati scrivono che “questa possibilità è stata identificata come sottoprodotto dello sviluppo di un vaccino contro l’Ibv (virus della bronchite infettiva), una malattia che colpisce il pollame, la cui efficacia è stata dimostrata in studi pre-clinici condotti presso l’Istituto stesso”. Il pool di esperti rende anche noto che il “coronavirus del pollame ha un’elevata somiglianza genetica con il Covid-19 umano e che utilizza lo stesso meccanismo di infezione, un fatto che aumenta la probabilità di ottenere un vaccino umano efficace in breve tempo periodo di tempo”.
In ultimo, ma non per importanza, i ricercatori del Galilee Research institute fanno sapere che “dopo aver apportato le necessarie modifiche genetiche per adattare il vaccino al Covi-19 (il ceppo umano del coronavirus) sta lavorando per ottenere le approvazioni di sicurezza che consentiranno test in vivo e consentire l’avvio della produzione di un vaccino per contrastare il coronavirus”.
Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria – registra TgCom24 – ha dichiarato che il vaccino contro il coronavirus, una volta trovato, costerà quasi un miliardo di euro, 900 milioni per l’esattezza, dal momento di inizio degli studi e delle ricerche in laboratorio al momento in cui il farmaco sarà pronto per il suo utilizzo. Ma ci vorrà tempo, ci vorranno anni: “Mediamente sono necessari uno o due anni per arrivare alla fase finale di sviluppo di un vaccino, ma molto dipende dal momento in cui è disponibile la sequenza virale. Nel caso del SarsCov2 la sequenza del virus è stata subito resa disponibile dalla Cina e, dopo, il nuovo virus è stato anche isolato e sequenziato in Italia, con un’aggiunta di informazioni e conoscenze”, dice il numero uno di Farmindustria.
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