Carceri in subbuglio, Meloni: se serve impieghiamo l’esercito per sedare le rivolte

Il carcere di Foggia rischia di finire in mano ai detenuti dopo la rivolta di stamattina . Una tragica coda di tensioni già iniziate nella giornata di domenica. Si apprende da fonti sindacali e da testimonianze che arrivano da agenti sul posto. “Hanno sfasciato tutto sono saliti sui cancelli del ‘Blockhouse’ che hanno tentato anche di abbattere”, spiega una fonte.

Ci sono cordoni di forze dell’ordine ma alcuni sono evasi, secondo alcune notizie, si sarebbero impossessati anche di auto per scappare. Gli altri hanno preso il controllo del carcere. Poliziotti e carabinieri li stanno riportando dentro gradualmente. Fonti delle forze di polizia assicurano che la situazione emergenziale sta rientrando. Ma fino a quando? E cosa accadrà negli altri istituti di pena dove qualcuno soffia sul fuoco invocando amnistia e indulto?

In subbuglio anche il carcere di San Vittore a Milano dove i detenuti sarebbero riusciti ad impossessarsi di alcune chiavi di servizio. La protesta partita in mattinata dal secondo piano si è poi estesa al terzo e al quarto piano. Al momento sul posto ci sono il Pm Nobili, il collega di turno Gaetano Ruta e il questore di Milano Sergio Bracco oltre al direttore del carcere che stanno provando a far cessare le proteste nate sull’emergenza del coronavirus.

Meloni: se necessario intervenga l’esercito

Giorgia Meloni chiede l’intervento dell’esercito: “Le carceri sono in rivolta. Gli agenti della Polizia Penitenziaria, in queste ore vivono momenti concitati, dovendo sedare le rivolte e trovandosi in perenne carenza di organico e dotazioni. Subito un tavolo di emergenza nazionale e interventi immediati, se è il caso anche con l’esercito, per ripristinare le regole dello Stato e delle Istituzioni rappresentate anche dagli uomini e donne in divisa. Non c’è tempo da perdere”.

L’Ugl vicina alla polizia penitenziaria

Anche l’Ugl si dichiara vicina alla Polizia penitenziaria che in queste ore sta vivendo momenti di tensione all’interno delle carceri italiane. “Il numero degli agenti è insufficiente – dichiara Paolo Capone, segretario Ugl – a fronte di un sovraffollamento carcerario, tale da non consentire loro di fronteggiare in sicurezza le rivolte che possono verificarsi all’interno delle strutture. In tal senso, è vergognoso il disinteresse che il Governo ha dimostrato nei confronti delle forze di polizia penitenziaria, cui è assegnato il gravoso compito di tutelare e garantire la legalità nelle carceri”.

“Non dobbiamo aspettare il caso grave o estremo prima di agire – continua – Il Governo, quindi, deve rivedere il sistema carcerario e garantire un maggior numero di forze dell’ordine per la tutela della sicurezza all’interno delle strutture”, aggiunge.  Alla luce degli ultimi avvenimenti, in cui due agenti sono stati sequestrati da alcuni detenuti nel carcere di Pavia è ancor più necessario individuare degli strumenti legislativi per aumentare le pene a carico di chi compie reati contro le forze dell’ordine”, conclude.

Colosimo: “Anche nel Lazio c’è carenza di polizia penitenziaria”

“La drammatica rivolta nelle carceri alla quale stiamo assistendo in questo ore pone al centro dell’attenzione
il grosso rischio che sta vivendo, anche nella nostra Regione, la polizia penitenziaria spesso costretta a lavorare sotto organico e in situazioni di perenne emergenza. Chiediamo quindi che anche nel Lazio vengano messe subito in campo tutte le misure necessarie per tutelare le Forze dell’Ordine e per scongiurare che anche nel nostro territorio la situazione possa degenerare”. È quanto dichiara il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Chiara Colosimo

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