Lombardia, la situazione negli ospedali: “Strutture al collasso e personale sfinito”
Non tutti probabilmente hanno compreso seriamente la grave situazione Coronavirus in Italia, specialmente nelle Regioni del Nord.
Ma chi sta provando sulla propria pelle le gravi conseguenze sono medici e sanitari. A fornire una preziosa testimonianza del difficile momento in Lombardia è stato Daniele Macchini, che inizialmente aveva pensato che il silenzio fosse il rimedio per non creare panico, ma successivamente ha ritenuto necessario intervenire poiché rabbrividisce “quando il messaggio della pericolosità di ciò che sta accadendo non arriva alle persone e sento ancora chi se ne frega delle raccomandazioni e gente che si raggruppa lamentandosi di non poter andare in palestra o poter fare tornei di calcetto”. Nella lettera inviata a La Verità, il medico di Bergamo ha spiegato nel dettaglio quella che definisce una situazione drammatica: i pazienti che arrivano al pronto soccorso hanno “tutt’altro che le complicazioni di un’influenza. Non respirano abbastanza, hanno bisogno di ossigeno”.
Ora è arrivata l’estrema urgenza di posti letto: “Uno dopo l’altro i reparti che erano stati svuotati, si riempiono a un ritmo impressionante”. Intanto il disastro epidemiologico avanza, mentre c’è chi si vanta “di non aver paura ignorando le indicazioni, protestando perché le loro normali abitudini di vita sono messe temporaneamente in crisi”. I casi si moltiplicano, con picchi “di 15-20 ricoveri al giorno tutti per lo stesso motivo. I risultati dei tamponi arrivano uno dopo l’altro: positivo, positivo, positivo. Improvvisamente il pronto soccorso è al collasso”. Le motivazioni degli accessi alle strutture sono sempre le stesse: febbre e difficoltà respiratoria, febbre e tosse, insufficienza respiratoria.
“Il personale della Lombardia è sfinito”
Macchini ha sottolineato come ogni ventilatore diventi oro: “Quelli delle sale operatorie che hanno ormai sospeso la loro attività non urgente diventano posti da terapia intensiva che prima non esistevano”. E quei reparti che fino a qualche giorno fa sembravano fantasmi ora sono saturi: “Il personale è sfinito. Ho visto la stanchezza su volti che non sapevano cosa fosse nonostante i carichi di lavoro già massacranti che avevano. Ho visto le persone fermarsi ancora oltre gli orari a cui erano soliti fermarsi già, per straordinari che erano ormai abituali”.
Il medico della Lombardia ha poi rivolto un appello ai cittadini, che per qualche giorno dovrebbero fare a meno di teatri, musei e palestre: “Cercate di aver pietà per quella miriade di persone anziane che potreste sterminare. Non è colpa vostra, lo so, ma di chi vi mette in testa che si sta esagerando”. Il consiglio principale è quello di “stare lontani”. Infine ha lanciato un appello a chi ha familiari anziani: “Fateli stare a casa. Portategliela voi la spesa per favore. Noi non abbiamo alternativa. È il nostro lavoro”.
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