Leader e assessori malati: politica chiusa per infezione
Chiudersi nei palazzi o chiudere il Palazzo? Da colpa storica a misura sanitaria. Vulnerabili al virus, in quarantena o in auto-isolamento, anche la politica è entrata nella zona rossa del contagio.
Governatori, sindaci, assessori, segretari di partito, scoprono dunque e sperimentano le parole-tampone di questo sciagurato tempo, e tutti assicurano che no, il «virus non ci fermerà», ma subito dopo annunciano che sì, sono «sotto esame» e, da oggi, «solo in collegamento». L’ultimo è stato Nicola Zingaretti: «Mai come in questo momento bisogna dare il buon esempio» ha precisato dopo la dichiarazione: «Sì, anche io sono positivo». Non si è portato il fazzoletto alla testa come ha fatto in un video e scusateci se scriviamo virale il viceministro della Sanità iraniano, l’uomo che negava il Coronavirus mentre gli ballava in corpo, e però anche il segretario del Pd è apparso preoccupato mentre proclamava «niente panico». Auguri a Zingaretti ovviamente, che i maligni già bastonano per la sua fotografia del 27 febbraio («Aperitivo a Milano. Parola d’ordine normalità»), ma tante scuse al governatore Attilio Fontana che proprio la sinistra ha ingiustamente demonizzato per il suo video da isolato. Ha scelto la quarantena, malgrado fosse negativo («Ma la mia collaboratrice è positiva»). Anche uno dei suoi assessori, Alessandro Mattinzoli, è risultato positivo ed è stato ricoverato agli Spedali Civili di Brescia (sta bene). Eccesso di prudenza, o forse di «buon esempio», come voleva darlo Zingaretti, Fontana ha indossato la famosa mascherina («E lo rifarei»). La notizia è che alcuni albergatori sono pronti a denunciarlo. Potrà infischiarsene: anche i tribunali hanno sospeso le loro attività. Ma il virus non ha risparmiato neppure la nuova giunta dell’Emilia-Romagna. Il neo presidente, Stefano Bonaccini, si è dovuto sottoporre al test (negativo). Al momento risultano contagiati il suo assessore alla Sanità, Raffaele Donini («Ho il mio ufficio in salotto») insieme alla collega delle Pari Opportunità, Barbara Lori. E per rispettare i protocolli sanitari è in pausa il sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri. In videoconferenza ha prima comunicato i dati del contagio del suo comune per poi avvisare: «Lavoro da casa. Anche io sono risultata positiva».
È il terzo sindaco emiliano dopo i casi di Pietro Mazzocchi (Borgonovo), Filippo Zangrandi (Calendasco). Così come in auto-isolamento, al Mise, si trova il ministro 5S, Stefano Patuanelli che aveva incontrato proprio Mattinzoli. In «isolamento fiduciario», e questa è una novità, è la senatrice del Pd, Tatjana Rojc, perché avrebbe tenuto una riunione con un positivo. A Codogno è rimasto bloccato il deputato leghista Guido Guidesi che ogni giorno riceve ben «5 telefonate da parte di Giorgetti e Salvini».
A proposito di Salvini. Positivo è un uomo della sua scorta ma «non sono mai stato in contatto», ha assicurato spiegando di stare bene: «Il mio sconfinato grazie va a chi in questi giorni è impegnato a combattere il diffondersi del virus».
Non si sa ancora, ma c’è chi ha parlato di soluzione estrema ovvero chiudere il Parlamento. La cosa sicura è che dalla prossima settimana, a Montecitorio, si voterà solo di mercoledì e che, come già avviene ora, si entrerà dopo un esame al termoscanner. «Per carità, è giusto, da uomo pubblico, comunicare la propria impossibilità. Ma devo dire che si enfatizza. Perché fare questi video?» pensa Emanuele Macaluso, ex senatore del Pci, ex direttore dell’Unità. Ha 96 anni. «Sono per le buone precauzioni, ma non voglio sentirne di chiudere il Parlamento. Chi è sano va, chi è malato sta a casa». E lei? «Io non rinuncio alla mia passeggiata quotidiana. Alla mia età ammalarsi, e morire, è una possibilità. Camminare è ancora un privilegio».
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