Anpi condannata per diffamazione. Accusò di “fascismo” la onlus “Caramella buona”
Reggio Emilia, 5 mar – I nuovi e vecchi partigiani italiani dell’Anpi ricevono una sonora batosta da quella giustizia che spesso (e a sproposito) invocano sotto forma di legge Scelba e Mancino: con sentenza del Tribunale di Reggio Emilia, il Giudice dott.sa Stefania Calò, ha condannato per diffamazione aggravata l’Anpi e il suo presidente nazionale, all’epoca dei fatti il senatore Carlo Smuraglia. Gli “eroi” della Resistenza accusarono una onlus da sempre impegnata nella difesa dei diritti dei bambini, La Caramella Buona, di essere un’organizzazione “neofascista”.
La condanna per l’Anpi
E’ stato lo stesso Roberto Mirabile, presidente dell’associazione antipedofilia La Caramella Buona Onlus, a denunciare l’Anpi per una serie di assurdi comunicati risalenti al 2015 diffusi sui social network e financo sul proprio sito nazionale. L’Anpi si pose in netto contrasto con due eventi organizzati dall’associazione di tutela dei bambini, entrambe dedicate al contrasto della pedofilia. Secondo il giudice di Reggio Emilia, questi comunicati sono stati ritenuti “gravemente diffamatori” nei confronti de La Caramella Buona, soprattutto in considerazione del fatto che vennero inviati anche a organi di stampa nazionali.
Onlus “modello SS”: le follie dei “partigiani”
In tali comunicati oggi ritenuti correttamente diffamatori, l’Anpi definiva una delle iniziative di contrasto alla pedofilia organizzati da La Caramella Buona un “modello SS”: “organizzata dalla Caramella Buona, dietro la quale, però, si nascondono gruppi di estrema destra”. Ancora, l’Anpi si spinse a dichiarare che “dietro un’iniziativa si celano i neofascisti, la cui ideologia si pone in aperto contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza e con le leggi Scelba e Mancino”. L’Anpi invocò addirittura l’intervento delle istituzioni affinché queste lodevoli iniziative venissero fermate: “Chiediamo l’intervento delle istituzioni cittadine perché venga impedita questa ulteriore offesa”. E poi il delirio: “LE UNICHE CARAMELLE BUONE SONO QUELLE ANTIFASCISTE. Dice il proverbio : mai accettare caramelle dagli sconosciuti. Anche dai nazifascisti”.
Piena condanna
Come era prevedibile, questi comunicati al limite delle manie di persecuzione per il Tribunale di Reggio hanno avuto una “indubbia portata lesiva dell’immagine, dell’onore della Caramella Buona” ed è per queste ragioni che si è arrivati alla piena condanna di Anpi, costretta altresì al risarcimento del danno a favore della onlus presieduta da Roberto Mirabile, e a rifondere anche le spese legali.
Nassisi: “Nessuno può permettersi di diffamare impunemente”
L’avvocato Monica Nassisi, legale de La Caramella Buona, esprime piena soddisfazione per la decisione del giudice: “Finalmente inizia ad essere chiaro che nessuno può permettersi di diffamare impunemente e che non è consentito arrogarsi il diritto di dare patenti di democraticità ad altri. Bisogna fare attenzione all’uso delle parole, soprattutto quando sono ingiustamente rivolte a chi si batte ogni giorno, da ventitré anni, per i bambini vittime di violenze, come fa La Caramella Buona”. La caccia alle streghe “fasciste” per l’Anpi non si ferma nemmeno davanti a chi lotta per i diritti dei bambini, ma per fortuna la giustizia sa fare il suo corso anche nei loro confronti.
Ilaria Paoletti