Nessuna emergenza antisemitismo. I servizi segreti smentiscono le fake news di Repubblica

Roma, 3 mar – I lettori di Repubblica ma anche del Fatto Quotidiano vivono in una realtà parallela. In questo mondo a loro uso e consumo il pericolo più serio per la sicurezza nazionale è il neonazismo. Così le due testate hanno interpretato la relazione annuale dei servizi segreti “sulla politica dell’informazione per la sicurezza” inviata al Parlamento. Questo il titolo di Repubblica: “L’allarme dei Servizi segreti: “Il rischio dei neonazi e la tenuta democratica minacciata dalla propaganda istigatoria”. Questa cosa qui ha un nome chiaro e preciso: disinformazione. Nella relazione del Dis (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza) diretto da Gennaro Vecchione non si parla mai di neonazismo come minaccia per la “tenuta democratica” dell’Italia. Tra l’altro, nelle oltre 100 pagine di relazione  – che potete consultare a questo indirizzo – la parte relativa alla destra radicale è assolutamente minoritaria e relegata in fondo al documento. Eppure, così come accaduto con la relazione dello scorso anno, ai media mainstream sembra interessare (quasi) solo quella.

Un po’ di numeri

Ma procediamo con ordine. Cosa c’è scritto veramente nella relazione dei servizi segreti pubblicata il 2 marzo 2020? Partiamo con un po’ di percentuali su quelle che sono le reali minacce. Di tutte le informative/analisi che l’Aise (sicurezza esterna) ha inviato a enti istituzionali e forze di polizia nel 2019, solo il 3% fanno riferimento all’eversione (anarchici, estrema sinistra, estrema destra tutti insieme). Mentre per capirci, il 37% fanno riferimento al pericolo del terrorismo internazionale. Molto più minacciosa dell’eversione è anche l’immigrazione clandestina, con l’8% delle informative. Passando al fronte interno, ovvero alle informative realizzate dall’Aisi, la questione cambia ma non troppo. Qui il terrorismo internazionale arriva addirittura ad occupare il 53% del totale, mentre l’eversione è al 12 per cento, quasi stessa cifra delle minacce relative alla sicurezza economico-finanziaria al 10%.

Criminalità organizzata e Mafia nigeriana

La prima metà della relazione è praticamente dedicata quasi esclusivamente all’analisi degli scenari geopolitici internazionali. La prima minaccia analizzata è “all’economia e al sistema paese”, dove si spiega l’importanza di tutelare gli asset strategici, il nostro sistema finanziario, la necessità della Golden Power etc. Ampio spazio dedicato anche alla criminalità organizzata, con riferimento alle “tradizionali” Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra, clan baresi e foggiani. Tra le mafie straniere parecchia attenzione incentrata sulla mafia nigeriana, a cui vengono dedicati anche alcuni approfondimenti. Questo un passaggio della relazione dei nostri 007: “L’attenzione dell’intelligence è rimasta elevata pure per ciò che concerne i sodalizi nigeriani cd. cultisti, che, seppure duramente colpiti sul piano investigativo e giudiziario, hanno continuato ad evidenziare un sostenuto attivismo specie nel narcotraffico e nello sfruttamento della prostituzione”.

Terrorismo e immigrazione

Dopo la rassegna sulle mafie seguono nella relazione del Dis ben 13 pagine dedicate al “Terrorismo jihadista”, in cui si spiega l’evoluzione della fazioni islamiste, la concorrenza tra Al Qaida e l’Isis. Le difficoltà dello Stato Islamico dopo la morte di Al Bagdadi etc. Cosa arriva dopo il pericolo del terrorismo islamico? Forse i fascisti? No. Ci sono quasi dieci pagine dedicate all’immigrazione clandestina, alle reti dei trafficanti, all’evoluzione degli arrivi con un focus sui cosiddetti “sbarchi autonomi” sempre più in aumento.

Anarco-insurrezionalisti ed estrema sinistra

E così solo a pagina 95 su 103 pagine di relazione (escludendo l’appendice relativa alla “minaccia cyber”) ecco che finalmente arriva il capitolo relativo all’”eversione”. Se Repubblica e Fatto ci hanno titolato, come minimo il “nazifascismo” sarà la minaccia più concreta, si potrebbe pensare. E invece no. Come al solito si apre con alcune pagine relative alla minaccia anarco-insurrezionalista, la più concreta tra quelle relative all’eversione. Si parla delle faide tra diverse fazioni che porta alla promozione di iniziative a sempre maggiore impatto, si fa riferimento a fatti concreti come il sabotaggio allo snodo ferroviario dell’Alta velocità a Rovezzano dello scorso 22 luglio e a quello nei pressi della stazione Tiburtina del 6 novembre. Si fa riferimento ad altre azioni e ai continui scambi con gli anarchici stranieri in tutta Europa.

Dopo gli anarchici ancora estrema sinistra, con i gruppi marxisti-leninisti e le loro manifestazioni in sostegno della brigatista Nadia Desdemona Lioce fuori dal carcere dell’Aquila. Ecco poi il momento dell’area degli antagonisti, i centri sociali per intenderci, che sviluppano la propria azione principalmente intorno al tema dell’”antifascismo”. Qui il riferimento operativo è ancora alle battaglie No Tav.

Destra radicale dulcis in fundo

Ed ecco che finalmente, dulcis in fundo, arriva il momento della destra radicale. Cosa avranno fatto mai questi cattivoni razzisti, nazisti etc in Italia di così minaccioso? Sostanzialmente nulla. La relazione parte con il riferimento alla strage di Christchurch in Nuova Zelanda e continua citando altri fatti avvenuti fuori dai confini nazionali. Rispetto al territorio nazionale c’è poco o nulla. Leggiamo. “Il monitoraggio informativo ha posto in luce come, accanto a formazioni strutturate e ben radicate sul territorio, si sia mossa una nebulosa di realtà skinhead ed aggregazioni minori, alcune delle quali attive soltanto sul web. Una galassia militante frammentata unita dalla rivendicazione identitaria e l’avversione all’immigrazione, al multiculturalismo e alle Istituzioni europee. Realtà d’impronta skinhead hanno continuato a trovare nei raduni musicali, con la partecipazione anche di componenti straniere, un contesto favorevole per diffondere brani dai contenuti oltranzisti”. 

Fuffa. Questo è. “Nebulose” attive sul web, fatti avvenuti a migliaia di chilometri di distanza, addirittura il riferimento a brani musicali e concerti. Sono minacce queste? La destra radicale oggi non rappresenta alcuna minaccia eversiva. Questo ci dice l’informativa. Che, tra le altre cose, non cita una sola volta la parola “antisemitismo”. Avevamo dunque ragione noi a dire che l’emergenza antisemitismo non esiste, che ci troviamo di fronte ad un fenomeno pompato dai media che non ha alcun riscontro con un pericolo reale. La relazione dei servizi parla chiaro. Ma fino a quando vivremo in un sistema mediatico dominato da organi di informazione che manipolano le notizie in questo modo come fanno Repubblica e soci, fino a quando verrà dato credito a cialtroni come Berizzi, ci troveremo davanti a questi clamorosi casi di disinformazione. Che sono molto più gravi di qualche bufala che gira sui social.

Davide Di Stefano

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.