Coronavirus, scuole chiuse per altri 7 giorni in Lombardia, Veneto ed Emilia

Il coronavirus accorda altri sette giorni di “vacanza” per gli studenti colpiti nel nord Italia dall’epidemia.

Le scuole in Lombardia ed Emilia-Romagna restano chiuse per un’altra settimana. A confermarlo sono stati il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefan Bonaccini, il governatore lombardo Attilio Fontana e l’assessore al Welfare della regione Lombardia, Giulio Gallera. Dichiarazioni che hanno anticipato addirittura la comunicazione ufficiale del governo italiano. Si attende ancora, infatti, la nota ufficiale del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Verosimilmente le scuole resteranno chiuse anche in Veneto. Secondo gli esperti dell’Istituto superiore di Sanità, chiamati a esprimersi su questa possibilità, si tratta della decisione corretta: “È saggio prolungare di una settimana la chiusura nelle regioni con i focolai, cioè in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna”.

Dovrebbero invece riaprire le scuole nelle altre regioni che la settimana scorsa avevano deciso la chiusura preventiva: Piemonte, Liguria, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, è pronto a riaprire ma solo se ci saranno le condizioni e la copertura del ministero della Salute. Anche a Napoli e a Palermo gli istituti dovrebbero riprendere la normale attività. Intanto, il decreto legge approvato venerdì sera dal Consiglio dei ministri introduce una norma del ministero dell’Istruzione che deroga al limite dei 200 giorni minimi per la validità dell’anno scolastico nelle strutture chiuse per il coronavirus. E questa sembra una notizia giusta e doverosa.

La Lombardia già da ieri aveva chiesto l’estensione dell’ordinanza di una settimana, e quindi la proroga della chiusura degli istituti. Mentre le università hanno già sospeso le attività fino al 7 marzo. Il Veneto, dopo aver auspicato a un ritorno alla normalità, si è rimesso a “qualsiasi decisione venga validata dalla comunità scientifica”. Simile la posizione dell’Emilia-Romagna che aspettava le decisioni di Roma. “Ci atteniamo a quello che uscirà dal summit” tra il ministero della Sanità e la comunità scientifica sull’emergenza coronavirus. “In questi casi deve parlare la scienza”, sottolinea l’assessore regionale, Raffaele Donini. Poi la dichiarazione di Bonaccini: “Riteniamo però di dover già ora dare questa prima comunicazione per dare modo alle famiglie di potersi organizzare in vista dei prossimi giorni”, ha fatto sapere il governatore.

Riguardo alle altre 4 regioni interessate (ovvero Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Marche), il decreto dovrebbe parlare invece di una riapertura delle scuole già da lunedì 2 marzo. Lo stesso varrà per le due province autonome, Trento e Bolzano e per tutto il Trentino Alto Adige. In classe da lunedì. E non ci sono scuse.

il giornale.it

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