Siria, a Idlib uccisi 33 soldati turchi. Erdogan in difficoltà ora ci minaccia con gli immigrati
Idlib, 28 feb – La situazione a Idlib si fa sempre più tesa. Nella provincia della città del nord ovest della Siria da inizio febbraio sono aumentati gli scontri: da una parte i militanti jihadisti supportati dalla Turchia, dall’altra l’esercito regolare del governo di Damasco supportato dalla Russia. Ieri 33 soldati turchi sono morti in seguito ad un attacco dell’aviazione siriana, una risposta militare di Damasco al fuoco dell’artiglieria di Ankara che negli ultimi giorni aveva colpito le postazioni governative. Sempre ieri, prima dell’attacco nel quale sono rimasti uccisi i soldati turchi, le difese aeree siriane avevano abbattuto un drone turco che aveva violato lo spazio aereo siriano per colpire le posizioni del governo nell’area di Idarb Maarzaf.
Erdogan ha accusato il colpo e dopo l’attacco ha subito convocato un consiglio di difesa, dove tra le altre cose è tornato a minacciare l’Europa sul terreno dell’immigrazione, affermando che la Turchia non fermerà più i profughi siriani che dall’Anatolia tentano di raggiungere la Grecia. Il presidente turco ha subito risposto al bombardamento di Damasco, intensificando gli attacchi alle postazioni governative non solo a Idlib, ma anche nelle province di Latakia (ovest), Aleppo (nord) e Hama (centro). Sul piano tattico-militare il motivo dell’escalation del conflitto tra turchi e islamisti da una parte, siriani e russi dall’altra, è il controllo della cittadina di Saraqib, fondamentale per assicurarsi le comunicazioni tra Latakia e Aleppo (unite dall’autostrada M4).
Usa di nuovo vicini ad Ankara
La Turchia sta inoltre cercando un riavvicinamento con la Nato e gli Stati Uniti, dopo che nei mesi scorsi Ankara (al termine dell’operazione anti-curdi nel nord della Siria) aveva stretto accordi soprattutto con la Russia di Putin, con gli americani costretti a giocare un ruolo di secondo piano. Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha telefonato al segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, chiedendo il sostegno degli alleati della Nato. La risposta è stata fredda, con la Nato che ha risposto alla Turchia di fare attenzione “per capire chi è un alleato affidabile e chi no”, con chiaro riferimento alle recenti mosse spregiudicate di Erdogan in accordo con Mosca.
Senza dubbio più calorosa la risposta degli Stati Uniti, che hanno definito “spregevole” l’offensiva delle forze siriane e russe nella provincia di Idlib contro i militanti jihadisti, assicurando il loro supporto ad Ankara: “Noi siamo con il nostro alleato della Nato, la Turchia, e la sosterremo”.
Davide Di Stefano