Coronavirus, Israele respinge gli italiani. Turisti già nel Paese trattati come appestati
Tel Aviv, 28 feb – Detto fatto: Israele ha respinto gli italiani, applicando la direttiva che vieta ai passeggeri in arrivo dall’Italia di entrare nel Paese a causa dell’epidemia di coronavirus. Secondo quanto riporta il sito di informazione Ynet, gli ispettori dell’immigrazione al Ramon Airoport, nel sud del Paese, hanno rifiutato l’ingresso a 25 passeggeri, di cui 19 italiani, in arrivo da Bergamo con un volo Ryanair. Gli israeliani a bordo dell’aereo sono stati messi in isolamento a casa per 14 giorni. Secondo il giornale israeliano, i 25 rientreranno in Italia con lo stesso aereo in giornata. Gli ispettori dell’immigrazione hanno poi rifiutato l’ingresso a 23 passeggeri atterrati all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv su un volo da Venezia e altri 9 su un volo da Milano. A questi vanno aggiunti altri di un volo da Roma. Insomma, nessun italiano o passeggero proveniente dall’Italia può atterrare in Israele.
Amendola: “Chiudere agli italiani non sta né in cielo né in terra”
Le misure adottate da Israele sono state duramente criticate dal ministro agli affari Ue Vincenzo Amendola. “L’idea che si possa vietare a un cittadino italiano di entrare in un altro Paese non sta né in cielo né in terra” e tra i 27 Paesi Ue questo “è chiaro”. Peccato che Israele non sia uno dei 27. Inoltre Amendola, incontrando a Roma gli ambasciatori Ue per rassicurarli, si dice convinto che “i Paesi europei comprendono quello che sta facendo l’Italia e danno sostegno alle misure che abbiamo portato avanti per contenere il coronavirus”.
Ambasciata di Israele: “Misure restrittive non riguardano solo gli italiani ma chi viene dall’Italia”
Il ministro dell’Interno israeliano Aryeh Deri ieri ha annunciato il provvedimento finalizzato a contenere la diffusione del coronavirus dopo il primo caso di contagio nello Stato ebraico. Si tratta per l’appunto di un uomo rientrato dall’Italia quattro giorni fa. L’ambasciata di Israele però ci tiene a sottolineare che non ce l’ha solo con gli italiani. “Le misure restrittive circa l’ingresso di cittadini stranieri in Israele, legate all’emergenza coronavirus, non riguardano i soli cittadini italiani, ma indistintamente qualsiasi cittadino straniero, senza distinzione di nazionalità (esclusi cittadini e residenti israeliani), che provenga o abbia soggiornato negli ultimi 14 giorni in Italia“.
Italiani trattati come appestati, giornalisti compresi
Intanto i nostri connazionali in attesa di rientrare in Italia sono trattati come untori. “Un tizio con la mascherina è appena venuto a portarmi la cena in camera tenendosi a metri di distanza, è davvero spiacevole. Ci sentiamo degli appestati”. Margherita, turista trentina di 80 anni, è in vacanza con un gruppo di circa dieci persone in età avanzata nel sud di Israele. La notizia dell’israeliano contagiato in Italia ha scatenato la reazione di ostilità nei confronti dei nostri turisti nello Stato ebraico, come riporta Repubblica. “La sera, siamo arrivati in un kibbutz nel deserto del Negev e gli albergatori hanno cominciato a dire che non ci avrebbero accolti a causa del coronavirus malgrado avessimo prenotato,” racconta. “Soltanto dopo che il tour operator li ha minacciati dicendo che sarebbero incorsi in sanzioni, e dopo una lunga attesa sull’autobus, una signora dai modi bruschi è venuta a prenderci uno a uno con la mascherina, relegandoci nelle stanze senza facoltà di uscire. Hanno opposto una resistenza durissima, è stato molto spiacevole”. Fonti diplomatiche italiane riportano numeri casi simili. L’ambasciata di Tel Aviv “riceve molte chiamate di persone che hanno difficoltà a trovare un alloggio” e che hanno subito “atteggiamenti ostili“. Il clima è di aperta ostilità. “Il telefono che fa da centralino delle richieste di assistenza è praticamente surriscaldato. Ci sono anche alcuni casi di respingimenti, in alberghi che erano regolarmente prenotati“. E’ di poche ore fa infine la notizia che persino i nostri giornalisti non possono andare in Israele per seguire l’ennesima tornata elettorale, prevista per lunedì. “C’è il coronavirus, non possiamo accettare giornalisti dall’Italia per motivi di sicurezza“.
Inutile dire che sarebbe difficile immaginare la stessa situazione a parti invertite. Sarebbe davvero arduo provare a far passare il messaggio che degli israeliani non sarebbero graditi in Italia per via del possibile contagio di un virus e per nessun altro motivo. E’ molto probabile infatti che qualche esagitato di quelli che nelle ultime settimane si sono ingozzati di involtini primavera abbracciando i cinesi potrebbe stracciarsi le vesti, tirando in ballo persino l’antisemitismo.
Adolfo Spezzaferro