Sea Watch ci lascia 194 immigrati. Ma la struttura per la quarantena non è idonea
Messina 27 feb – Tra mille polemiche la nave Sea Watch è sbarcata stamattina al molo Norimberga di Messina, con a bordo 194 clandestini recuperati al largo delle coste della Libia. Polemiche che non accennano a sopirsi da ieri, quando cioè il presidente della Sicilia Nello Musumeci aveva parlato di “sfida al popolo siciliano” chiedendo a Conte che immigrati ed equipaggio della nave osservassero la quarantena a bordo dell’imbarcazione e non presso l’hotspot di Bisconte.
Nella sua lettera a Palazzo Chigi Musumeci evidenziava le carenze della struttura: “il Centro di primo soccorso ed identificazione, destinato per legge ad una permanenza breve limitata alla identificazione dei migranti, appare strutturalmente incompatibile con l’esigenza del prolungato regime di isolamento a cui dovrebbero essere sottoposti i cittadini non comunitari in arrivo”. Ma la proposta è stata respinta al mittente.
Oggi Musumeci è intervenuto di nuovo sull’argomento, attaccando a testa bassa l’esecutivo: “Il governo di Roma ha respinto la nostra proposta, autorizzando a Messina lo sbarco dei migranti e la loro sottoposizione a isolamento in un hotspot che le autorità sanitarie hanno dichiarato inadeguato allo scopo. È una decisione grave che non rispetta la dignità dei migranti e le preoccupazioni dei siciliani. Sarebbe stato più umano indirizzare la nave in un porto attrezzato e in un territorio lontano dalla emergenza sanitaria. Ne prendiamo atto”. Il governatore è poi tornato a sottolineare la inidoneità della sistemazione. A Messina “il Centro di primo soccorso ed identificazione, destinato per legge ad una permanenza breve limitata alla identificazione dei migranti, appare strutturalmente incompatibile con l’esigenza del prolungato regime di isolamento a cui dovrebbero essere sottoposti i cittadini non comunitari in arrivo”.
Le dichiarazioni di Musumeci sono andate incontro alla stigmatizzazione di Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch, che le ha bollate come “politiche”. Non solo: la Ong ha denunciato un trattamento discriminatorio nei propri confronti. “Nel rispetto delle precauzioni sanitarie adottate, riteniamo discriminatoria l’applicazione esclusiva della misura a navi Ong“, dice Sea Watch. La Linardi contesta anche la decisione di quarantenare l’equipaggio assieme al carico di immigrati sbarcati a Messina. Il perché è chiaro: alla Ong non sta bene la “pausa forzata” a cui la Sea Watch verrà irrimediabilmente sottoposta. In un momento in cui continuano ad arrivare richieste di recupero da barconi e gommoni “in avaria”, la quarantena rappresenta una palla al piede per l’Organizzazione, non più libera di effettuare il servizio taxi per gli immigrati di mezzo Mediterraneo.
Cristina Gauri