Nord chiuso per il coronavirus, Pozzallo porto aperto per i clandestini
È difficile capirlo: il coronavirus è un guaio o no? Gli scapestrati governanti italiani vogliono aiuto. E dategli questo aiuto, ma ci sarà pure il permesso di chiedere che cosa stanno combinando. Mettetevi nei panni di chi sta ad occhi spalancati e orecchie dritte davanti alla tivù. Al nord comuni sotto coprifuoco. Al sud sbarchi dall’Africa. A Pozzallo, Italia.
Il decreto del governo Conte ha stabilito che si sbarra tutto in presenza del morbo con gli occhi a mandorla. Scordiamoci uffici pubblici, turismo, negozi, bar, supermercati, commercio, stadi, chiese, sagre, scuole e musei. E, quasi per punizione, niente gite scolastiche. Per carità, se queste sono le misure, ci mettiamo sugli attenti ovviamente senza respirare e obbediamo.
La gente dei comuni colpiti non può muoversi da casa sua e noi ci prendiamo chissà chi? Certo, il sindaco di Pozzallo – altro Nobel per la medicina – ci rassicura che non c’è Coronavirus, aveva i tamponi nell’armadietto del comune. Chi ci garantisce da chi arriva in terra nostra?
“Stare uniti”, dice il governo. Ma certo, si sa che non bisogna dividersi, ma evitare imprese del genere è un dovere per lo Stato se non vuole far crescere ancora di più la paura. L’Africa non è più sicura di Codogno e non vogliamo correre altri rischi. La Ocean Viking è stata ispezionata per essere bonificata: è normale tutto questo, con i soldi nostri?
Mandateci Orfini, Delrio e la Boldrini
Sennò dobbiamo pensare che l’emergenza riguarda tutti tranne clandestini senza nome. Magari a Pozzallo mandateci Orfini, Delrio, la Boldrini, li abbraccino loro i migranti e staremo tutti più tranquilli. Invece stavolta gli onorevoli se ne stanno a casetta loro.
In giro si dice che Malta ha chiuso il porto ai migranti per timore del virus. Il ministro degli Esteri ne sa qualcosa? E quella dell’Interno?
Alla fine ci toccherà sperare che non arrivino altri clandestini solo perché saranno loro ad aver paura di infettarsi con il coronavirus “italiano”. Ormai, ci manca solo questo.
L’unica cosa che può lasciarci tranquilli è che il governatore Musumeci e l’assessore alla sanità Razza seguono passo passo la vicenda per evitare che qualche clandestino sfugga alla quarantena negli hotspot allestiti. Ma guai a caricare – proprio in questo momento – un’altra emergenza sulla Sicilia.
Tutto questo contrasto – blindatura lassù, porti spalancati laggiù – lo vediamo solo noi oppure è reale? Davvero siamo nelle condizioni di proseguire una politica di accoglienza mentre la gente ha paura di quel che potrà accadere? Il bello è che dicono che non bisogna cadere nel panico: lo abbiamo ascoltato anche ieri da una persona solitamente lucida come Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera. Ci chiediamo il perché di ben quindici pagine del suo quotidiano dedicate al coronavirus. Non è allarmismo?
E magari su Pozzallo un articolo nelle pagine interne. No, non ci siamo. Si’, dobbiamo stare uniti ma spieghiamoci perché dobbiamo pure applaudire alle piroette di governo. Pazzie.