I giudici della Corte europea? Attivisti di Soros e di altre Ong
Le Ong, in particolare l’Open Society di Soros, influenzano sempre di più le politiche delle istituzioni europee. Come riporta uno studio redatto dall’European Center for Law and Justice, citato da La Verità, le Ong hanno un’influenza sempre più marcata sulle istituzioni internazionali, in particolare nell’ambito dei diritti umani.
Il rapporto dimostra che almeno 22 dei 100 giudici permanenti che hanno prestato servizio presso la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo – il Cedu, legato al Consiglio d’Europa – tra il 2009 e il 2019 sono ex funzionari o collaboratori di sette Ong molte attive nell’Unione europea. Ben dodici giudici sono direttamente collegati all’Open Society Foundations, la rete filantropica fondata dal finanziere liberal George Soros: altri sette fanno riferimento all’Helsinki Committee for Human Rights, mentre gli altri sono riconducibili ad Amnesty International, Human Rights Watch e Interighits.
Dal 2009 in poi, ci sono stati almeno 185 casi in cui almeno una di queste Ong è stata ufficialmente coinvolta. “Questa situazione – commenta l’European Center for Law and Justice – mette in discussione l’indipendenza della Corte e l’imparzialità dei giudici”. È necessario porvi rimedio, prosegue la relazione. “A tal fine, si dovrebbe prestare maggiore attenzione, in particolare alla scelta dei candidati per i posti di giudice, evitando la nomina di attivisti”. Come spiega il rapporto, le sette Ong da cui provengono i giudici nominati presso la Corte europea dei diritti dell’uomo agiscono dinanzi alla Corte “in casi importanti che possono stabilire dei precedenti” e spesso relativamente “alla libertà di espressione, al diritto di asilo, ai diritti Lgbt, alle condizioni dei detenuti”. I giudici-attivisti “agiscono, in particolare, per mezzo di contenziosi strategici, vale a dire utilizzando causa giudiziarie per raggiungere un obiettivo più generale di natura politica”.
Le mani di Soros sulla Corte europea dei diritti dell’uomo
Tale azione strategica è stata particolarmente efficace “nel promuovere i diritti delle persone Lgbt in Europa”, nonché in “materia di maternità surrogata”. L’Ong più influente è sicuramente quella del magnate George Soros, grande donatore del Partito democratico Usa. “L’Open Society Foundations – si legge nel rapporto -si è affermata come l’organizzazione più influente in questo settore. Attraverso la sua politica di finanziamento di altre organizzazioni, si è posizionata ai vertici di un’importante rete di Ong”. L’Open Society Foundations di Soros finanzia iniziative a favore della “libertà d’espressione, dell’educazione dei rom, nonché della liberalizzazione delle droghe, della prostituzione, dell’aborto, dei diritti dei migranti, delle persone Lgbt e dei rifugiati”.
Il rapporto fa l’elenco delle toghe legate a Soros. Tra i nomi spicca quello del giudice Yonk Grozev, bulgaro ancora oggi in forza alla Corte: quest’ultimo ha fatto parte del board di Open society nel suo Paese, oltre che di un’altra branca branca dell’ente creato da Soros, sia tra il 2001 e il 2004, sia tra il 2011 e il 2015; o al lituano Egidijus Kūris, membro del board dell’Open Society Foundations del suo Paese dal 1993 al 1995 e già attivo nell’Open Society Justice Initiative.
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