La Russia colpisce militari turchi a Idlib
Situazione molto concitata nella provincia siriana di Idlib, l’ultima fuori dal controllo del governo del presidente Assad e teatro nelle ultime settimane di importanti avanzate dell’esercito. A complicare il quadro il diretto interessamento della Turchia in un contrattacco di gruppi islamisti ad ovest della città di Saraqib, località strategica tornata nelle mani dalle truppe di Damasco a fine gennaio. A seguito di un raid, in particolare, due soldati turchi sono rimasti uccisi ed altri feriti. E la tensione adesso è molto alta: Ankara ha accusato Assad, ma da Mosca hanno avvisato che il bombardamento è stata opera russa.
Il raid nell’area di Sarmin
Tutto è avvenuto nella tarda mattinata di questo giovedì, quando aerei russi e siriani si sono alzati in volo per aiutare l’esercito di Damasco a fermare un’offensiva avviata dai gruppi islamisti nell’area di Nayrab. Quest’ultimo costituisce un importante avamposto lungo l’autostrada M5 a pochi chilometri da Saraqib. In quest’area i gruppi filo turchi hanno avuto negli ultimi anni un importante radicamento territoriale. Anche negli scontri interni alle formazioni islamiste presenti ad Idlib avvenuti tra il 2016 ed il 2017, qui a differenza che da altre parti le milizie finanziate da Ankara hanno avuto il sopravvento mentre nel resto della provincia ad avanzare sono stati i gruppi legati a Tahrir Al Sham, nome con cui viene adesso contrassegnato l’ex Fronte Al Nusra. Per questo per i filo turchi appare importante provare a riprendere Saraqib.
L’offensiva è iniziata nelle scorse ore e, come scritto in precedenza, ha richiesto l’intervento dell’aviazione siriana e di quella alleata russa per provare a fermarla. Sono quindi iniziati i bombardamenti contro le postazioni islamiste, ma in uno di questi raid, avvenuto nella zona di Sarmin, sarebbero stati centrati anche dei mezzi dell’esercito turco. Militari di Ankara evidentemente stavano dando aperto e diretto supporto ai miliziani, un’esposizione che è costata la vita ad almeno due di loro. A confermarlo è stato il ministero della difesa turco, secondo cui i soldati uccisi avrebbero subito un’azione dell’aviazione siriana. Sempre secondo il ministero, ci sarebbe già stata una reazione da parte turca con un bombardamento dell’artiglieria lanciato verso le postazioni dell’esercito di Damasco.
Mosca: “Siamo stati noi a colpire”
Ma dalla Russia è arrivata un’altra versione dei fatti. Il ministero della difesa russo, come ha riferito l’agenzia Interfax, si è intestato la paternità dell’azione che ha ucciso due soldati turchi. È stato specificato, in particolare, che aerei russi sono intervenuti a difesa dell’esercito siriano, così come è sempre accaduto dal 2015 in poi quando le truppe di Damasco hanno subito contrattacchi nemici. In questa occasione, i mezzi dell’aviazione di Mosca hanno colpito le postazione dei gruppi islamisti che stavano attaccando l’esercito siriano ad ovest di Saraqib. In questo intervento, sono quindi stati centrati anche mezzi militari turchi che in quel momento stavano aiutando i miliziani ad attaccare le forze del presidente Assad. Nell’intestarsi l’azione che ha portato alla morte dei soldati di Ankara, il ministero della difesa russo ha voluto indirettamente rimarcare le responsabilità delle scelte turche di supportare in campo aperto i propri alleati.
La situazione ricorda da vicino l’episodio dello scorso 3 febbraio, quando altri 5 militari turchi sono morti sempre nella provincia di Idlib. In quell’occasione a sparare erano stati i siriani, i quali avevano aperto il fuoco per colpire le postazioni islamiste nell’ambito dell’azione che ha poi portato alla conquista di Saraqib. E proprio a commento di quanto accaduto all’inizio di febbraio, Mosca ha sottolineato come il mancato avviso, da parte dell’esercito turco, di repentini movimenti nel campo delle proprie truppe ha eccessivamente esposto i soldati al fuoco avversario.
Intanto l’offensiva islamista a Nayrab sarebbe stata respinta, così come comunicato da fonti dell’esercito siriano. Resta però molto alta la tensione: la Turchia non vuole ulteriori avanzate delle forze di Damasco nella provincia di Idlib, mentre la Russia sta supportando Assad nelle operazioni volte a riprendere anche questo territorio. Divergenze non di poco conto tra Mosca ed Ankara che potrebbero far scivolare ulteriormente la situazione.
il giornale.it