Ex brigatista Etro: “Mi hanno tolto il reddito, ora andrò in carcere”
Reddito di cittadinanza ai furbetti che lavorano in nero e anche agli ex brigatisti. Lo scorso anno, Raimondo Etro aveva ricevuto un messaggino dell’Inps che lo informava che la sua domanda per il sussidio era stata accolta.
Un fatto che aveva creato non poche polemiche. E ora, a distanza di un anno, l’uomo ha fatto sapere che il reddito di cittadinanza gli è stato tolto.
Condannato per aver partecipato al sequestro di Aldo Moro, Etro è tornato alla ribalta delle cronache pochi giorni fa per una frase pronunciata a Non è l’Arena di Massimo Giletti: “Meglio avere le mani sporche di sangue che di acqua, ma almeno provarci”. Parole che hanno accesso una discussione e costretto il conduttore a cacciare il 63enne dallo studio. Dopo il duro scontro in diretta tv, Etro è tornato a parlare del suo reddito di cittadinanza spiegando di non riceverlo più da gennaio. “Ho avuto l’ultimo accredito – ha raccontato a Tpi -. Me lo hanno ritirato perché non ho comunicato una variazione di residenza. È una questione semplicemente burocratica”.
Il 63enne ha poi specificato che il sussidio non è stato tolto per quanto accaduto di recente: “Le polemiche televisive non c’entrano niente. Sinceramente neanche mi interessa di sanare la questione: dopo tutte queste polemiche, penso che vada bene così”. “Le norme sul reddito di cittadinanza prevedono per la mancata comunicazione di residenza una pena da uno a tre anni, per la quale sono stato già interrogato dalla Guardia di Finanza – ha aggiunto Etro -. Mi sono dichiarato colpevole e chiederò di essere giudicato subito, con la speranza che mi condannino immediatamente, perché in questo momento, senza reddito di cittadinanza, non ho neanche la possibilità di sopravvivere”.
L’uomo ha spiegato che con il reddito prendeva 780euro al mese. Ora senza quei soldi l’unica soluzione sembra essere la prigione. “In questo momento non ho altra soluzione: non so come pagare i sei mesi di affitto arretrati – ha continuato -. Mi consegnerò per la seconda volta al carcere e almeno la pena da uno a tre anni la sconterò lì. Non è il luna park, ma l’unica alternativa è una scatola di cartone alla stazione Termini. Con le condizioni di salute che ho, almeno in carcere mangio tre volte al giorno, ho un posto dove dormire e l’assistenza medica”.
Dopo qualche lavoretto, il 63enne aveva chiesto il reddito di cittadinanza. “Non era per mantenermi a spese dello Stato. Io sono invalido al 67 per cento e sono regolarmente iscritto al Centro per l’impiego come disabile, ma non mi è mai arrivata nessuna chiamata. Volevo un lavoro, perché con 780 euro io non riuscivo a vivere”.
Infine Raimondo Etro ha parlato delle polemiche sorte dopo la sua frase a Non è l’Arena. “Non sono assolutamente pentito – ha spiegato -. Quella non era una frase apologetica riguardo al mio passato, dal quale ho già preso le distanze. La mia è stata una risposta alle provocazioni che per tre volte mi hanno fatto, invitandomi in una trasmissione con persone di un certo tipo. Quella frase era una citazione di Graham Green, semplicemente una frase. Senza alcuna intenzione apologetica. Io ho abbandonato le Brigate Rosse nel 1980 e non ho più avuto contatti. E ora mi ritrovo in questa posizione”.
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