Le Sardine apartitiche tornano a casa: il referente di Siena entra nel Pd
Siena, 18 feb – Alla fine un pesce osseo è arrivato a Itaca. Così, finita la strombazzata di piazza anti-Salvini, le sardine iniziano a rompere gli opportuni indugi. Una breve parentesi di contestazione contro l’opposizione ha portato infatti il referente delle Sardine di Siena, Mattia Ciappi, ad approdare nel Partito Democratico al governo. Incredibile, non l’avremmo mai detto. D’altronde al giovane senese, come da lui raccontato a La Nazione, sono bastati “tre splendidi mesi all’interno delle Sardine” per decidere di dedicarsi “totalmente all’attività politica partitica e portare la sua esperienza all’interno del Pd”.
Le Sardine “apartitiche”
Eppure sono proprio i leader delle Sardine ad aver ripetuto a ogni piè sospinto di non avere alcuna ambizione di questo tipo, sottolineando più volte che il loro è un movimento apartitico. Lo è talmente tanto che guarda caso i referenti locali finiscono dopo tre mesi nel principale partito di sinistra. Va riconosciuta però a Ciappi una sincerità che ad altri manca, oltre a un indubbio tempismo. “Credo che sia arrivato adesso il momento di apprendere la lezione delle sardine e di trasportarla all’interno dei partiti. Infatti – ha detto l’ormai ex sardina – se i movimenti servono a risvegliare coscienze, sono i partiti a farsi carico di trasportare quelle coscienze in prassi, in proposte, in atti concreti, dentro le istituzioni”.
La grande casa
Ma non dovevano restarne fuori proprio per essere efficaci? Ma no, il compitino a casa è finito, adesso si punta al grande salto nel palazzo e tanti saluti alle piazze. “C’è bisogno di innovare e rinnovare questo partito, asse del centrosinistra, macchina riformista che può declinare le voci e le passioni delle piazze in atti concreti. Voglio portare la mia esperienza – ha spiegato Ciappi – per contribuire alla costruzione di una grande casa progressista, ecologica, civica e femminista”. Ci permettiamo di suggerirgli due slogan per la campagna elettorale: “a Natale siamo tutti più buoni” e “serve un mondo senza guerre”.
Alessandro Della Guglia