Coronavirus, in 60 milioni chiusi in casa: divieto di circolare con le auto e controllo dei movimenti
Sessanta milioni di persone bloccate in casa. La situazione del coronavirus è sempre di totale emergenza. Sono oltre 40mila le persone ricoverate negli ospedali della provincia di Huebei, focolaio in Cina. Lo ha reso noto la commissione sanitaria della provincia. I dati sono impressionanti: 1.773 sono in condizioni critiche e oltre 8mila sono gravi. Sono invece 1.933 i nuovi casi registrati ieri nella provincia, con 100 decessi. Si tratta di una flessione rispetto alle precedenti ventiquattr’ore, durante le quale 139 pazienti erano morti. Sono in tutto 58mila i casi di Covid-19 che si sono avuti nella provincia, 41mila dei quali nella città di Wuhan.
Coronavirus, tutti in casa: le auto non possono circolare
Nel tentativo di bloccare l’ulteriore diffondersi del coronavirus nella provincia – che ha una popolazione di 60 milioni di persone – sono state introdotte misure draconiane che impongono ai residenti di rimanere nelle loro case. C’è un controllo continuo dei loro movimenti. Le auto civili di circolare hanno il divieto di circolare e c’è un sistema obbligatorio di registrazione al momento dell’acquisto di medicinali per il raffreddore. Nel frattempo è salito a 70.548 il numero dei casi di infezione, con il bilancio dei morti arrivato a 1.770. È quanto hanno reso noto le autorità sanitarie cinesi. Si sono registrati 2.048 nuovi casi e 105 decessi.
Il numero dei morti e dei nuovi contagi
Il numero delle morti provocate dal virus è sceso rispetto ai dati relativi a sabato, 142 morti in 24 ore, mentre quello delle nuove infezioni è leggermente aumentato. Infatti, la Commissione nazionale di Sanità aveva parlato di 2mila nuovi contagi.
Continua intanto l’azione di Pechino contro gli amministratori della provincia di Hubei. Sono accusati di mancato tempestivo allarme per il nuovo coronavirus. Dopo la rimozione dei vertici dei giorni scorsi, il comitato disciplinare del Pc ha annunciato la rimozione di oltre una mezza dozzina di funzionari di medio livello. Mentre l’epidema ha raggiunto i 68.500 contagiati, con questi licenziamenti il governo centrale cinese tenta di venire incontro alla rabbia dell’opinione pubblica per la cattiva gestione della crisi.