Chi sono i senatori di Iv finiti nel mirino di Conte
Il rottamatore è tornato, scrivono i quotidiani nazionali. Ma Matteo Renzi deve guardarsi le spalle.
I tempi in cui batteva a colpi di mortaio i suoi alleati sono passati da un pezzo. E lui questo lo sa. Ma la sicurezza dell’ex premier è impressionante. È pronto alla battaglia e serra i ranghi. Sarebbero diversi i parlamentari pronti a lasciare Italia Viva per cercare nuovi approdi, magari tornando nelle braccia di Nicola Zingaretti e del Pd. Li chiamano “responsabili” e sono la polizza di assicurazione per la sopravvivenza del governo giallorosso. Lo scrive il Corriere della Sera.
Ecco i possibili nomi e cognomi dei renziani pronti a saltare il fosso. A mollare Italia viva per ritrovare un approdo sicuro nelle file del partito democratico. O in quel gruppo di “responsabili” che verrebbe fuori al Senato per garantire la sopravvivenza della maggioranza. I nomi sono presto fatti. Giuseppe Cucca, Donatella Conzatti, Eugenio Comincini. Leonardo Grimani, Gelsomina Vono, Ernesto Magorno. Molti di loro, nelle ultime ore hanno messo nero su bianco delle mezze smentite a mezzo social. Ma la scommessa che l’ex presidente del Consiglio propone va oltre. Gioca al rilancio. E dà la misura, se non di quanto si senta sicuro, di quanto voglia sembrarlo.
Da notare bene. Non ci sono soltanto i fantomatici “responsabili” in questo incrocio pericoloso in cui si scontrano Renzi e il governo Conte, Italia viva e il Pd, il ministro Bonafede e quella mozione di sfiducia che l’ex premier continua a minacciare. Ma ci sono anche i possibili “controresponsabili”, una manciata di parlamentari nascosti che il fondatore di Iv dice di essere pronto a estrarre dal taschino. Una contromisura a colpi di poltrone in cui si gioca il futuro del Conte bis.
La battaglia è vicina. L’agenda delle prossime settimane sembra una specie di bollettino di guerra preventivo. Ma la guerra si combatte in due. E Renzi sa che l’altro fronte proprio fermo non sta. Dario Franceschini avrebbe garantito a Conte che, in caso di elezioni anticipate, l’assetto del centrosinistra correrebbe separatamente con tre punte. Pronte a darsi appuntamento in Parlamento: il Pd, il M5S e una lista Conte.
Renzi sembra non temere lo scontro. E giura ai suoi che non mollerà di un millimetro. Ma perché possa tenere alti gli umori di una truppa in cui si moltiplicano i dubbiosi, ha bisogno di non perdere il suo peso al Senato. E si ritorna ai numeri. Ai seggi occupati a Palazzo Madama. Alle poltrone. Ai responsabili e ai controresponsabili. Alla compravendita di Senatori. Ne vale la sopravvivenza del governo e del suo partito. E il rottamatore questo lo sa.
il giornale.it