Smart Tv, spiati anche davanti allo schermo: “Possono sapere tutto”

Spiati dalla smart tv. Questo si evince dalle scioccanti dichiarazioni di Luca Di Cesare, fondatore della Digital Assets for Tv (Datv), azienda che fornisce strumenti digitali per i broadcaster che permettono di analizzare le preferenze ed il comportamento di utenti e spettatori.

“Possono sapere tutto, veramente tutto. Ed è incredibile che nessuno ne parli”, racconta Di Cesare, come riportato da “Dagospia“.

Al momento della prima accensione della tv di ultima generazione, inevitabilmente connessa alla rete, ci troviamo a dover leggere ed accettare i termini d’uso, e fra questi si trova anche il permesso di osservare le nostre abitudini. Di poca importanza il marchio del televisore, tutti ci troveremo a dover cliccare sul quel pulsante “accetta” al termine delle condizioni generali. In caso contrario, ossia se rifiutiamo di accettare, scegliendo anche di non connettere la tv alla linea internet, non sarà possibile usufruire dei servizi online quali Amazon Prime Video, Sky, Mediaset e Netflix.

Una scelta quasi obbligata, quindi. Soltanto che, dopo aver dato il consenso, saremo costantemente osservati. Tramite la tv, verranno infatti analizzate le nostre preferenze in ambito di programmi televisivi, e saranno monitorati la frequenza, le ore ed i giorni passati dinanzi allo schermo. Allarme degli esperti, spiati anche dalla Smart-Tv: “Possono sapere tutto”Pubblica sul tuo sito

Un fenomeno chiamato “Addressable tv advertising” che, secondo alcuni, potrebbe fruttare tanto denaro quanto quello ricavato tramite i principali social network ed il web. Non è un mistero che colossi quali Google e Facebook siano riusciti ad ottenere miliardi monitorando e tracciando i propri utenti. Adesso è la volta della televisione. Grazie all’Addressable tv advertising, anche le aziende televisive potranno controllare i consumatori, a cui saranno proposti annucci pubblicitari in base alle abitudini e agli interessi.

Il fenomeno è appena iniziato, ma è in costante aumento. Si parla di “Automatic content recognition“, ossia di riconoscimento automatico dei contenuti. Un mezzo tramite il quale i contenuti riprodotti su un dispositivo multimediale o presenti in un file multimediale possono essere ricosciuti e fornire informazioni riguardo a ciò che stiamo guardando in quel preciso momento in tv. Ciò sarebbe possibile grazie alla raccolta di alcuni pixel di un’immagine che sta passando sul nostro schermo.

“Gli ambiti più importanti, sui quali tutti puntano in questo momento, sono due. I contenuti da un lato e la pubblicità personalizzata dall’ altro. I primi sono forniti via app o decoder e quindi sei profilato come su uno smartphone. L’altro mondo è quello delle pubblicità su tv connesse. Le stanno usando Sky come Discovery e Mediaset. Ti offrono spot personalizzati in base all’abbonamento che hai, a dove abiti, alla tua età. Non te ne accorgi, ma l’erede del vecchio Carosello oggi cambia da abitazione ad abitazione”, ha spiegato il direttore dell’Osservatorio Internet Media degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, Andrea Lamperti.

Una realtà a cui pare dovremo abituarci. Dal primo luglio del 2022, del resto, saremo costretti a cambiare dispositivo. Le smart tv si stanno ormai diffondendo.

il giornale.it

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.