Rita Pavone zittisce le polemiche: “Sovranista io? Sì, amo l’Italia e le mie radici”
Roma, 14 feb – «Non so cosa voglia dire essere sovranista ma… se significa amore per il mio Paese allora sì. Io amo l’Italia e le mie radici». Rita Pavone non ha dubbio alcuno. E risponde così, in un’intervista su Verissimo, a tutti coloro che la vorrebbero sulla pira infuocata del politicamente corretto solo per il fatto che la cantante si proclama fiera di essere italiana. Come non ricordare poi quando invitò i Pearl Jam a farsi gli affari loro sulla questione “porti chiusi” in Italia? O di quando se la prese con Greta e i suoi fan?
Di ritorno dal Festival di Sanremo, dove ha interpretato Niente (Resilienza 74), è stata l’unica artista in gara alla kermesse ad avere incassato la standing ovation dal pubblico dell’Ariston. Nonostante le polemiche (“partecipa solo perché è sovranista”). A Verissimo la cantante parla del dolore derivato dalla perdita del fratello, al quale era molto legata. «Ho avuto delle batoste sul piano personale nell’ultimo anno che sono riuscita a superare. La morte di mio fratello minore. Per me è stato un dramma. Ho cercato di lottare contro una forma di stanchezza interiore. La musica mi ha tirato fuori da tutto».
«Ho trovato tante persone che mi vogliono bene e mi sono aggrappata a loro». Rita Pavone prosegue ringraziando Amadeus: «Credevo di non essere stata scelta. Quando mi ha chiamata è stata un’emozione bellissima. Amadeus non ha tenuto conto della mia età, ma ha sentito la voce e l’energia. Gli sono profondamente grata».
E poi parla del brano in gara a Sanremo: «Niente – ha detto nelle scorse settimane – è quello che spesso accade intorno a noi. Il concetto della resilienza mi appartiene profondamente: resistere, prendere colpi, incassare, cadere, rialzarsi, tornare su. E se 74 sono i miei anni, il 1974 è l’anno di nascita dell’autore del brano, Giorgio Merk (figlio suo e di Teddy Reno). Musicalmente è un pezzo grintoso, non proprio rock ma pieno di energia, un po’ come la mia anima. Sono contenta di tornare con questo brano che mi sento cucito addosso».
Cristina Gauri
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