Coronavirus, primo contagio in Africa: il caso in Egitto. L’Oms: “Non possono gestire l’emergenza”
Alla fine ilย coronavirus รจ sbarcato in Africa. Ilย primo caso di contagioย รจ stato registrato inย Egitto, come annunciato dal ministero della Salute del Cairo. Le autoritร egiziane hannoย specificato che si tratta di un paziente straniero – di cui non sono stati forniti altri dettagli – ricoverato in isolamento in ospedale. Il ministro, in una nota, ha spiegato di aver immediatamente informato l’Organizzazione mondiale della sanitร (Oms) e di aver preso tutte le misure necessarie per prevenire la diffusione del virus.ย
Da giorni c’era laย massima allerta dei servizi sanitari africaniย di fronte al rischio concreto di importazione del coronavirus sul continente, stretto partner commerciale della Cina. Finora non c’era stato alcun Paese africano tra i 24 paesi che a livello mondiale hanno notificato casi di contagi da nuovo coronavirus Covid-19 all’Oms. Che รจ molto preoccupata: “Casi di contagi potrebbero verificarsi in qualunque momento, eย la maggior parte degli ospedali non sarebbe in grado di far fronteย a un numero elevato di pazienti bisognosi di cure intensive”, ha sottolineatoย Michel Yao, responsabile Oms delle operazioni di emergenza in Africa.
Finora suย 45 casi sospettiย segnalati all’Oms daย Etiopia,ย Costa d’Avorio,ย Ghana,ย Botswanaย eย Burkina Faso,ย 35ย sono risultatiย negativiย e unaย decina di personeย sono tutt’oraย in quarantena, in attesa dell’esito dei test. Dall’inizio della crisi sanitaria cinque Paesi africani, tra cui ilย Marocco, hanno rimpatriato concittadini che si trovavano a Wuhan per motivi di studio o di lavoro. Ma secondo Yao “รจ laย mancanza di reagenti per testare il virusย che sta ritardando la capacitร dei Paesi africani a confermare casi, per questo stiamo lavorando tutto il giorno per assicurarci che li ricevano e per dispensare corsi di formazione”. Ad oggiย solo 7 laboratori, per unย intero continente, sono in grado di eseguire i test: tra questi l’Istituto Pasteur in Senegal e il National Institute for Communicable Diseases in Sudafrica, che hanno ricevuto campioni da esaminare da Paesi sprovvisti da centri clinici competenti mentre in alcuni casi sono stati spediti direttamente a Parigi.
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