Uccise il marito con una flebo: ora Lucia Bartolomeo lavora in procura
Lucia Bartolomeo, l’infermiera che uccise il marito tramite una flebo avvelenata, ora lavora come impiegata al servizio fotocopie presso gli uffici della procura del tribunale di Lecce sito in viale Michele Di Pietro.
La donna si è sempre proclamata innocente. Ora quella giustizia che l’aveva riconosciuta colpevole e condannata all’ergastolo le ha aperto le porte, dandole un nuovo impiego. Al suo tempo l’infermiera killer si rese colpevole dell’omicidio del coniuge iniettandogli attraverso una flebo una dose di eroina ritenuta letale. Il signor Ettore Attanasio, marito della donna, morì il 30 maggio 2006. Come informa Lecce Prima, al giorno d’oggi, Lucia Bartolomeo professa la sua nuova attività per 4 ore al giorno proprio nella struttura in cui nel 2006 fu aperto un fascicolo nei suoi confronti.
Lucia Bartolomeo: l’infermiera condannata all’ergastolo lavora come impiegata in procura
Lucia Bartolomeo, inizialmente condannata all’ergastolo per l’omicidio del marito Ettore Attanasio, è stata ammessa al programma rieducativo come previsto dall’articolo 21 della legge sull’ordinamento penitenziario: “Il detenuto può essere assegnato al lavoro all’esterno in condizioni idonee a garantire l’attuazione positiva degli scopi”. La legge prevede, inoltre, che “il trattamento è svolto avvalendosi principalmente dell’istruzione, della formazione professionale, del lavoro, della partecipazione a progetti di pubblica utilità, della religione, delle attività culturali, ricreative e sportive e agevolando opportuni contatti con il mondo esterno e i rapporti con la famiglia”.
Questa opportunità viene assegnata agli ergastolani che hanno espiato almeno 10 anni di pena. Lucia Bartolomeo, finora, ne ha trascorsi già 13 presso il penitenziario Borgo San Nicola. La donna ha quindi iniziato un percorso di rieducazione, tramite cui potrebbe crearsi una nuova vita, passo dopo passo. I legali della donna hanno parlato fino di un processo indiziario senza un movente ritenuto valido che invece, secondo l’accusa, era da ricerarsi in una relazione clandestina tra la donna e un altro uomo.
Nel corso di questi anni, dopo i primi due gradi di giudizio, in data 15 novembre 2011 i giudici della cassazione avevano annullato la sentenza di condanna relativa al carcere a vita, riaccendendo una luce di speranza nei confronti di Lucia Bartolomeo e dei suoi cari che hanno sempre sostenuto la sua innocenza, rinviando gli atti per un nuovo giudizio. Tuttavia, il terzo processo aveva riconosciuto nuovamente Lucia Bartolomeo come colpevole per il delitto, disponendo il fine pena mai, che venne alla fine confermato anche dai giudici della suprema corte nel febbraio del 2014. Ricordiamo come nel corpo di Ettore Attanasio, di professione operaio, vennero rinvenute tracce di eroina pari a 70 milligrammi.
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