Coronavirus, in Cina superati i mille morti
Nonostante gli ultimi dati diramati da Pechino parlino di oltre 1.000 morti provocati dal contagio del nuovo coronavirus, il presidente cinese Xi Jinping avrebbe assicurato a Donald Trump che la situazione di emergenza finirà entro aprile, con l’arrivo del caldo.
Mentre la solita Commissione nazionale sanitaria cinese diramava il solito bollettino di aggiornamenti quotidiani sull’epidemia, nel corso di un evento alla Casa Bianca assieme ai governatori degli stati Usa, The Donald spiegava di aver avuto “due sere fa un lungo colloquio con il presidente Xi”, il quale si sentirebbe “molto fiducioso” e sarebbe convinto che “entro aprile, o durante il mese di aprile, il caldo ucciderà questo tipo di virus”.
Intanto, in Cina, il bilancio delle vittime del nuovo ceppo di coronavirus sale a 1.016. Il numero totale delle infezioni aggiornato alla mezzanotte del 10 febbraio è invece schizzato a 42.634; solo nella giornata di ieri si sono registrati 108 nuovi decessi e 2.478 nuovi casi confermati di infezione segnalati sempre nella Cina continentale. La provincia dello Hubei continua a essere un lazzaretto a cielo aperto, visto che l’epidemia del virus è partita da qui. Basti pensare che sul totale dei pazienti infettati in tutto il Paese, ben 31.728 sono localizzati proprio in quest’area; 974 sono i soggetti deceduti e 2.222 i cittadini ristabiliti.
La paura sta iniziando tuttavia a diffondersi anche a Hong Kong. Nell’ex colonia britannica, nonostante le drastiche misure prese dalla governatrice locale Carrie Lam, ci sono sei nuovi casi di infezione da coronavirus, per un totale di 42 pazienti contagiati.
Il parere degli esperti
A proposito degli oltre 1.000 morti registrati oltre la Muraglia, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco dell’Università di Pisa ha spiegato all’AdnKronos che è stata superata una “soglia psicologica” non da poco. “In Cina si sta diffondendo una crisi sanitaria senza precedenti – ha spiegato Lopalco – E non è un caso che l’Organizzazione mondiale della sanità abbia parlato di punta dell’iceberg: la diffusione del virus sembra essere arrivata ai Paesi vicini, ma al momento sembra limitata a quell’area”.
L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha lanciato nuovi segnali di allerta, facendo presente che l’emergenza massima riguarda la Cina, ma che anche il resto del mondo deve tenere alta la guardia. “Con il 99% dei casi di contagio in Cina – ha detto il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus – il coronavirus rimane un’emergenza per il Paese, ma rappresenta una grave minaccia per il resto del mondo. È difficile credere che solo due mesi fa, il coronavirus, che ha catturato l’attenzione dei media, dei mercati finanziari e dei leader politici, era completamente sconosciuto”.
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