Il Pd via da Basovizza per protesta. Ignorano le foibe per anni e ora s’infuriano se ci va la destra
Il Pd se ne va dalla foiba di Basovizza per protesta. Motivo? Gli interventi del presidente della Regione Friuli Massimiliano Fedriga e del senatore di FI Maurizio Gasparri, che si trovava lì in rappresentanza del Senato. In pratica non hanno perso occasione per fare una sterile polemica in un giorno che dovrebbe unire nel ricordo tutti gli italiani.
Serracchiani se ne va: la foiba è palcoscenico della destra
I parlamentari dem – la deputata Debora Serracchiani e i senatori Luigi Zanda e Tatjana Rojc – hanno preferito andarsene. “La Foiba di Basovizza ormai è palcoscenico della destra sovranista”, ha detto un’inviperita Serracchiani. “Il nostro impegno è sempre maggiore affinché questo giorno sia una solennità in cui si condivide pietà e giustizia e non un’occasione per spingersi in prima fila alla ricerca delle telecamere”, ha specificato. Parole che non convincono a fronte di una vergognosa defezione da una cerimonia molto partecipata.
Basovizza, una cerimonia molto partecipata
Erano presenti in migliaia, con numerose rappresentanze delle scuole, nonostante la pioggia. La cerimonia ha avuto il via con il rituale ingresso sulla spianata dei medaglieri delle associazioni d’Arma, dei gonfaloni dei Comuni, con in testa quelli di Trieste e Muggia, seguito dall’alzabandiera sulle note dell’Inno di Mameli.
C’erano anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Inca, il prefetto di Trieste, Valerio Valenti e il sindaco del Comune di Trieste, Roberto Dipiazza. E ancora il presidente del Comitato per i Martiri delle Foibe, Paolo Sardos Albertini, i vertici delle associazioni dell’Esodo istriano-giuliano-dalmata. Tantissimi i pullman da tutta la regione, dal Nordest e dalla vicina Slovenia, i gruppi e le associazioni combattentistiche e d’arma presenti, con i propri labari.
Alla Santa Messa officiata dal vescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, la lettura della Preghiera per gli Infoibati, scritta dall’allora Arcivescovo di Trieste e Capodistria, Antonio Santin, e una serie di poesie e riflessioni lette dagli studenti.
Basovizza, l’intervento di Gasparri
”Noi sapevamo: tanti, troppi, negavano. – ha detto nel suo intervento Maurizio Gasparri – Venivamo giovani, 40 anni fa, col tricolore sull’altipiano. Noi sapevamo: tanti, troppi, negavano. Ci vollero 35 anni perché Basovizza fosse dichiarato Monumento di interesse nazionale nel 1980. Ci vollero 46 anni perché un presidente della Repubblica si inchinasse davanti ai morti di Basovizza nel 1991. Ci vollero 47 anni perché Basovizza nel 1992 fosse dichiarato Monumento Nazionale. Ci vollero 59 anni perché nel 2004 fosse istituito con legge dello Stato il Giorno del Ricordo dedicato ai martiri delle foibe ed al popolo di Istria, Fiume, Dalmazia, costretto all’esodo. Quanto ci vorrà perché scompaiano quelle ‘sacche di deprecabile negazionismo militante’ biasimate ieri dal presidente Mattarella?”.
Gasparri ha anche commentato le parole di Debora Serracchiani: “Basovizza per la Serracchiani è palcoscenico della destra sovranista? Si inchini al ricordo dei martiri e rispetti le Istituzioni. A Basovizza hanno parlato i rappresentanti istituzionali accolti non da proteste ma da boati di applausi”. E ha aggiunto: “Il dramma che questa ricorrenza evoca mi spinge ad evitare di rispondere alla Serracchiani come meriterebbe, perché reputo sia intelligente non alimentare questa polemica. Purtroppo la sinistra su questo versante ha difficoltà che non riesce a superare: invece di rendere omaggio ai caduti alimenta polemiche. Io no, perché convivo con fenomeni legati alla scarsa capacità di comprendere i fatti e sopporto”.
Lollobrigida, il Pd non riesce ad ascoltare la verità sulle foibe
Anche Francesco Lollobrigida, capogruppo FdI alla Camera, ”I parlamentari del Pd abbandonano la cerimonia presso la Foiba di Basovizza perché, dicono, il luogo è diventato un palcoscenico della destra sovranista? Evidentemente per loro è insopportabile ascoltare la verità sui crimini del comunismo. Tratto comune di tutti gli interventi, dalle istituzioni, agli studenti, alle associazioni fino ai prelati, è stata proprio la condanna del silenzio sulle Foibe durato troppo tempo. Il comunismo, almeno quanto il nazismo, è stato protagonista di eccidi di una ferocia diabolica.