Coronavirus, nuovo allarme dalla Cina: l’incubazione potrebbe durare fino a 24 giorni
Il periodo di incubazione del nuovo coronavirus “potrebbe durare fino a 24 giorni”. E’ quanto rivela un nuovo studio condotto, fra gli altri, dall’epidemiologo cinese Zhong Nanshan. Lo scienziato è conosciuto a livello internazionale per il suo lavoro nella gestione dell’epidemia di Sars nel 2003. Nell’articolo l’epidemiologo osserva come «l’incubazione potrebbe essere zero giorni o arrivare fino a 24, dieci giorni in più di quanto si credesse in precedenza». L’articolo, che attende di essere sottoposto alla revisione di altri ricercatori (‘peer review’), indica un periodo medico di incubazione di tre giorni. Se le conclusioni di Zhong Nanshan dovessero essere confermate, andrebbero riviste le misure di quarantena messe in atto fino ad oggi. Il protocollo internazionale infatti prevede 14 giorni di isolamento per chi è risultato positivo al nuovo coronavirus, per chi è stato nelle zone a rischio o è venuto a contatto con i pazienti.
Coronavirus, resta su superfici fino a 9 giorni
Intanto emergono altri aspetti inquietanti. I coronavirus umani «possono rimanere infettivi sulle superfici inanimate a temperatura ambiente fino a 9 giorni». Come emerge da uno studio appena pubblicato da ricercatori tedeschi sul Journal of Hospital Infection. «Questo, però, badate bene, significa solo che c’è il virus, perché dati sulla trasmissibilità attraverso il contatto con una superficie contaminata non sono disponibili per il coronavirus», commenta il virologo Roberto Burioni, sul suo sito Medical Facts.
«Sappiamo però che per altri virus, come l’influenza», il contagio «può avvenire, per cui rimane validissimo il consiglio di lavarsi bene le mani», sottolinea. Ma c’è anche una notizia buona: «I coronavirus sono molto facili da inattivare. Basta la candeggina diluita, l’alcol e i gel disinfettanti a base di alcol. Che dobbiamo usare perché in Italia il coronavirus non c’è – e speriamo non arrivi – ma l’influenza “normale” non solo c’è, ma sta raggiungendo il suo picco e questi detergenti inattivano anche il virus che la causa».