C’è una nuova ong spagnola. Ecco il “blitz” della Aita Mari
È una domenica travagliata nel Mediterraneo centrale, con complessivamente 171 migranti avvistati in mare ed un’operazione di una Ong che è riuscita a recuperarne 80.
Dopo infatti la segnalazione di 91 persone in difficoltà lanciata in mattinata dal network telefonico Alarm Phone, per le quali non si sono mosse al momento le competenti autorità libiche, nelle ultime ore è arrivata la notizia di un salvataggio che ha riguardato, come detto in precedenza, almeno 80 persone.
Ad effettuare questa missione è stato l’equipaggio della nave Aita Mari, appartenente all’Ong spagnola Salvamento Maritimo Humanitario. Si tratta di una vera e propria “new entry” nel panorama delle Ong impegnate nel Mediterraneo centrale.
A livello mediatico infatti, l’organizzazione spagnola più conosciuta è la Open Arms, fondata dal catalano Oscar Camps nel 2015. Per la verità, anche Salvamento Maritimo Humanitario è nata nel 2015, tuttavia il suo primario raggio di azione ha riguardato il mar Egeo. In quell’anno infatti, la rotta che più destava problemi e clamore era quella del Mediterraneo orientale, visto che migliaia di migranti hanno raggiunto dalla Turchia le isole greche e, da lì, sono poi risaliti lungo la cosiddetta rotta balcanica.
Le attività invece dinnanzi le coste libiche dell’Ong spagnola, sono iniziate relativamente di recente. In particolare, l’organizzazione opera con la sopracitata nave Aita Mari, la stessa per l’appunto che poche ore fa ha recuperato 80 migranti.
La Salvamento Maritimo Humanitario viene riconosciuta in Spagna come l’Ong basca, visto che la sua sede è nella cittadina costiera di Zarautz, a pochi chilometri da San Sebastian. Leggendo il sito dell’organizzazione, ben si intuisce come in effetti la Salvamento appare molto radicata nei Paesi Baschi, avendo sedi e contatti sia nella provincia di Guipúzcoa che in quella di Biscaglia.
Sia sul sito ufficiale che nei vari canali social, campeggiano campagne e slogan per raccolte fondi in grado di poter finanziare le attività dell’Ong. In particolare, viene dato ovviamente ampio risalto alle missioni intraprese dalla Aita Mari, il mezzo usato dall’organizzazione per intervenire anche nel mare antistante la Libia. L’Ong fa sapere di finanziarsi soprattutto tramite raccolte fondi e donazioni private, con le quali riuscierebbe a coprire le spese dell’Aiuta Mari.
I nomi dell’associazione e della sua nave maggiormente usata, sono comparsi per la prima volta nelle cronache italiane nello scorso mese di novembre. In particolare, il 26 novembre l’Aita Mari è entrata a Pozzallo dopo il via libera del governo per far sbarcare 62 migranti recuperati poche ore prima nel Mediterraneo centrale.
Tuttavia, L’Ong basca è risultata comunque meno attiva rispetto a quelle più note operanti nel tratto di mare dove scorre imperterrita la rotta libica dell’immigrazione. Con l’ultimo salvataggio effettuato nelle scorse ore però, la nave Aita Mari potrebbe entrare definitivamente nel novero delle organizzazioni più impegnate nel Mediterraneo. Già nelle prossime ore, la Salvamento Maritimo Humanitario potrebbe chiedere all’Italia od a Malta un porto in cui sbarcare.
il giornale.it