Caro Zingaretti, l’odio abita a sinistra
C’ è una nuova e gravissima emergenza nazionale. Stando agli strepiti della sinistra. Non è il coronavirus, non è il lavoro, non è la crisi economica, non è l’ immigrazione o la sicurezza nelle periferie.
La vera pandemia, anche se non ve ne siete accorti è l’ odio. Dopo il fascismo, il nazismo, il razzismo, il maschilismo (…) (…) e il populismo, la nuova polemica prêt-à-porter è l’ odio. La prima a menare le danze è stata La Repubblica, sempre velocissima nell’ imbastire battaglie immaginarie, che ha messo in guardia i suoi lettori dal pericolo degli odiatori con una sintesi spericolata di una intervista al ministro dell’ Interno. Per inciso: la stessa Repubblica che non più tardi di venti giorni fa titolava a caratteri cubitali con un sobrissimo «Cancellare Salvini». Che non è esattamente una dichiarazione di amore. Ieri la polemica è rinfocolata attorno a uno scambio di tweet al vetriolo tra Nicola Zingaretti e Giorgia Meloni. La colpa di quest’ ultima, secondo il leader del Pd, sarebbe aver detto che in Italia non c’ è un problema d’ odio. Una banalità, che però ha scatenato le ire dei democratici. Così Zingaretti, probabilmente per consolidare la sua tesi, le ha indirizzato un messaggio che di odio è carico: «Cara Meloni, vai a dirlo a chi è sopravvissuto ad Auschwitz e ora deve girare con la scorta o a chi ha paura di esprimere le proprie idee o di essere se stesso. Il silenzio è complicità».
Praticamente ha accusato la Meloni di proteggere con il suo silenzio i delinquenti che minacciano Liliana Segre. Che non è esattamente un buffetto nel segno di peace&love. La sorella d’ Italia gli risponde a stretto giro di posta: «Governate con odiatori seriali 5 Stelle, tacete sulle violenze dei centri sociali, andate a braccetto con le sardine (il cui odio organizzato puoi leggere sui social) e con chi organizza convegni giustificazionisti sulle foibe e vorreste dare lezioni?
Non ne avete la statura». E, in effetti, la sinistra e i grillini sono i meno adatti a parlare di clima d’ odio. O meglio, sono titolatissimi, ma come odiatori. Odio è l’ antiberlusconismo con la bava alla bocca, odio è negare una targa a Norma Cossetto, odio è non servire un caffè a un leader politico sgradito, odio è dare del fascista a chiunque la pensi diversamente dalla propria cricca di appartenenza, odio è voler negare il diritto di ascolto ai sovranisti, odio è la criminalizzazione del nemico politico, odio è il tentativo, costante e palese, di delegittimazione dell’ opposizione, odio è la supponenza e il livore riversato da decenni sul centrodestra. Zingaretti, se è così interessato ad abbassare il livello dello scontro, farebbe bene a guardare a casa sua e a prendersela con i suoi compagni. E magari a non tirare in ballo, a caso, tragedie come Auschwitz.
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