Passione casa, i grillini ci ricascano: ecco quanto ha speso il ministero per l’appartamento di Bonafede
Dopo il caso di Elisabetta Trenta, un altro appartamento rischia di imbarazzare il M5S. Stavolta riguarda il ministro del momento, quell’Alfonso Bonafede già in piena bufera per lo scontro sulla prescrizione. A sollevare la questione dell’«alloggio riservato» e, soprattutto, arredato a spese del ministero è il Giornale, con una pagina intitolata “ministri furbetti”. Oltre a Bonafede, infatti, vi trova spazio anche il ministro Roberto Gualtieri, con il tentativo – sventato da FdI – di far arrivare 900mila euro alla Casa delle Donne di Roma, che si trova nel pieno del suo collegio elettorale per le suppletive a Roma.
Oltre 800 euro solo per la biancheria
L’articolo dedicato al Guardasigilli sottolinea come l’appartamento si trovi in pieno centro, a due passi dal ministero della Giustizia, che sia nella palazzina di San Paolo alla Regola e che sia stato arredato “appositamente per il ministro grillino”. A testimonianza della circostanza, scrive il Giornale, ci sono “sei atti firmati dal capo di Gabinetto, Fulvio Baldi”. Da quei documenti, secondo il Giornale, emerge che il ministero ha sborsato 11.093,59 euro più Iva per “l’allestimento dell’alloggio riservato”, anche se – viene precisato – la cifra comprende pure il costo di due televisori e un frigo assegnati a uffici ministeriali. La casa di Bonafede risulta così equipaggiata con “arredi idonei a consentire il pernottamento” e l’utilizzo “nell’arco completo della giornata”. Si va dagli oltre 4mila euro spesi in mobili ai 2370 investiti in tende oscuranti, fino agli 811,40 per la biancheria da bagno, letto e tavola. Insomma, oltre 800 euro dei contribuenti sono andati in asciugamani, lenzuola e tovaglie per un appartamento di circa 40 metri quadri.
Ma per lo staff di Bonafede il caso non esiste
Lo stesso Giornale rileva che “l’abitazione di servizio non è di per sé uno scandalo”. Ma si domanda “se sia in linea con l’ideale pauperista del Movimento”. Per lo staff di Bonafede, comunque, non c’è nulla che non vada: l’appartamento – sostengono – costa meno dell’albergo e garantisce maggiore sicurezza. Il quotidiano, però, nota che “non tutti i ministri della Giustizia hanno goduto di questo privilegio (Orlando è rimasto nella dimora privata) e Mastella rinunciò pure al costoso progetto per la tutela personale”. “E poi, non doveva essere la gente la scorta dei pentastellati?”, si chiede Giuseppe De Lorenzo, che firma l’articolo con Elena Barlozzari. Il pezzo, infine, ricorda che l’utilizzo di un appartamento ministeriale apre anche un capitolo interno al M5S e alla sua politica di rimborsi e rendicontazione. Ma anche su questo lo staff “taglia corto”, rivendicando i versamenti del capodelegazione del Movimento al governo