Parma, nuovo incendio del marocchino: altri 3 poliziotti in ospedale

Era balzato agli “onori” della cronaca appena lo scorso lunedì 3 febbraio, sempre nel carcere di Parma, tentando di rinchiudersi all’interno della propria cella per impedire agli agenti di polizia penitenziaria di servizio di accedervi e fermare la sua forma di protesta.

Dopo di che, aveva cercato di dare fuoco ad alcuni oggetti di uso quotidiano e suppellettili accumulandoli in un angolo della stanza. Bloccato dai poliziotti, accorsi sul posto per evitare che il piano progettato dal detenuto potesse realizzarsi, li aveva poi aggrediti con violenza, mandandone ben 8 al pronto soccorso dell’ospedale maggiore di Parma di cui uno in condizioni gravi a causa di un serio trauma cranico.

Neppure il tempo di smaltire la tensione per quell’evento che, a distanza di soli due giorni, lo stesso uomo, un soggetto di nazionalità marocchina, si è reso ancora protagonista di un episodio di violenza nella sua cella del carcere di via Burla.

Il nordafricano, infatti, ha inscenato una nuova forma di protesta, seguendo grossomodo le medesime modalità utilizzate lunedì. I fatti, come riportato dalla stampa locale, si sono verificati durante la mattinata di ieri, mercoledì 5 febbraio, quando il marocchino ha cercato per la seconda volta di dar fuoco alla propria cella, stavolta quella in cui era stato appena trasferito. Detenuto magrebino appicca un altro incendio in cella: 3 agenti intossicati in ospedalePubblica sul tuo sito

È il Sindacato nazionale autonomo di polizia penitenziaria (Sinappe) a ricostruire l’ennesima incresciosa vicenda, lamentando le difficoltà incontrate nel richiedere il trasferimento del facinoroso, e ribadendo ancora una volta l’urgenza della situazione.

Dopo aver danneggiato pesantemente mobilio ed oggetti di vario genere presenti all’interno della sua cella, il detenuto magrebino ha appiccato l’incendio all’interno del bagno, dando alle fiamme tutto ciò che era riuscito ad accumulare.

Con grandi difficoltà e affrontando i pericoli causati dalle fiamme e dalla densa coltre di fumo che si sollevava dal pavimento, gli agenti della polizia penitenziaria sono prontamente intervenuti, usando un idrante per domare l’incendio.

Purtroppo però, a causa delle esalazioni sprigionate dal rogo, tre poliziotti sono rimasti intossicati e sono finiti in ospedale per dei più che necessari accertamenti.

“La situazione resta problematica, senza che chi di competenza, compresi i superiori uffici dell’amministrazione penitenziaria se ne faccia carico in maniera adeguata e risolutiva”, accusa il sindacato in un comunicato, come riportato da “Parma Today”.

“Il Sinappe non può che continuare, nell’immediato, a chiedere l’urgentissimo trasferimento del detenuto responsabile dell’evento critico, ai sensi della circolare GDAP 10/10/2018.0316870.U del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e, nel medio termine, una soluzione definitiva del problema, che non può che passare attraverso la riapertura di istituti per la cura di detenuti psichiatrici che, superando le criticità che hanno portato a chiudere gli Opg, favoriscano il ripristino di condizioni lavorative dignitose e sicure per il personale in divisa”. Queste le richieste esplicite del sindacato, che vuole più tutela per gli agenti incaricati di gestire l’ordine all’interno del carcere, ma con sempre meno mezzi a disposizione per farlo.

“Si sollecitano, altresì, le richieste di rivedere la dotazione di strumenti atti a rispondere alle offese dei detenuti per evitare il continuo ripetersi di aggressioni ed eventi critici di ogni genere e di tornare ad investire nella formazione del personale”.

il giornale.it

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