I tedeschi ci avevano avvertiti: “Sulla Gregoretti tre sospetti”
Un sudanese e due cittadini senegalesi. Tre soggetti considerati pericolosi per la sicurezza nazionale della Germania. Erano a bordo della nave Gregoretti per cui l’ ex ministro dell’ Interno Matteo Salvini rischia il processo per sequestro di persona.
Non c’ era alcun «preminente interesse pubblico» o pericolo che potesse giustificare il divieto di sbarco, secondo i magistrati del tribunale dei ministri di Catania: «Nessuno dei soggetti ascoltati dalla procura di Catania e Siracusa ha riferito a questo tribunale la possibile presenza tra i soggetti soccorsi di persone pericolose per l’ ordine pubblico e per la sicurezza nazionale», si legge nell’ atto di citazione dell’ ex titolare del Viminale. Ma pericolose per la sicurezza nazionale, quella tedesca, sì.
Da mesi, da quando sono scattati i meccanismi di redistribuzione, l’ intelligence della Germania effettua negli hotspot di Italia e a Malta verifiche sui migranti sbarcati dalle navi ong prima di decidere chi trasferire. E da quella nave, nel pieno del braccio di ferro tra il Viminale e l’ Ue, la Germania si era detta disposta ad accogliere 30 migranti. Ne ha presi poi soltanto 10.
La ricostruzione andata in onda a Quarta Repubblica rivela che tra i motivi dello scarto ci sono anche ragioni di sicurezza. Gli agenti tedeschi del BfV, Bundesamt für Verfassungsschutz, che si occupa anche di terrorismo ed estremismi, hanno verificato 29 migranti sbarcati dalla Gregoretti e hanno individuato tre persone che «hanno sollevato timori per la sicurezza nazionale» del Paese. I tedeschi si sono recati all’ hotspot di Pozzallo il 26 agosto e ci sono rimasti fino al 30 per sentire proprio i migranti scesi dalla Gregoretti. Nei giorni precedenti le autorità italiane avevano già fermato quattro presunti scafisti. Ma gli 007 della Germania hanno individuato altri tre «profili» a rischio: un sudanese e due senegalesi. Sulle motivazioni c’ è il massimo riserbo, spiegano dal BfV. Ma è lo stesso portavoce del ministro dell’ Interno tedesco Horst Seehofer a confermare che sì, «tre migranti della Gregoretti hanno sollevato preoccupazioni per la sicurezza». Il ministero precisa anche che tutti i soggetti considerati pericolosi «sono rimasti in Italia».
Dunque anche i tre. Uno di loro, B.B., senegalese, ha vent’ anni. E a seguito di quell’ alert, anche l’ Italia ha inserito i dati dell’ uomo nella banca dati Schengen, quella europea, con una segnalazione di pericolosità sociale. Lui intanto si sposta nel nord Italia, tenta di entrare in Svizzera, viene respinto. Si muove tra Torino, la stazione centrale di Milano e Como. Qui commette un furto in un supermercato: il 17 gennaio viene condannato a due mesi, con pena sospesa, e rimesso in libertà. Sugli altri due non risultano segnalazioni «ufficiali» delle nostre autorità. Ma quei tre non sono gli unici pericolosi per la Germania. Un documento del 27 ottobre del Bundesministerium conferma che profili di rischio sono emersi in quasi tutti i controlli condotti dall’ intelligence di Berlino sui migranti sbarcati in Italia dalle navi delle ong: fino a fine settembre erano 26 i casi «preoccupanti» per la loro sicurezza nazionale. Tunisini, marocchini, sudanesi, nigeriani, egiziani, camerunensi, guineani. Da accogliere a Berlino, ma poi lasciati qui.
E intanto ieri il tribunale civile di Palermo ha integralmente accolto il ricorso presentato dalla ong di Mediterranea, per riavere la nave Mare Jonio, ordinando a tutte le autorità coinvolte di far cessare con effetto immediato il sequestro cui era sottoposta dallo scorso 3 settembre.
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