Come al solito la sinistra si scatena contro La Russa. Persino sul coronavirus
Il post è rimasto visibile sui suoi social per neanche cinque minuti, tant’è che nessuno ha avuto il tempo di commentarlo. Appena lo ha letto, infatti, Ignazio La Russa si è accorto che non era proprio il caso di fare ironia sul coronavirus. E ha chiesto al collaboratore che aveva pubblicato quel commento di toglierlo immediatamente. Non è bastato: i censori della sinistra hanno continuato ad attaccarlo. Perché evidentemente cercare di sdrammatizzare la psicosi epidemia non va bene, strumentalizzarla invece sì.
La Russa fa subito rimuovere il post
Il post incriminato e costato suo malgrado a La Russa il fuoco incrociato delle più pure anime belle giocava di sponda tra ironia e autoironia. “Non stringete la mano a nessuno, il contagio è letale. Usate il saluto romano, antivirus e antimicrobi“. Poteva essere evitato, certo. Ma se ne poteva anche cogliere serenamente l’intento: cercare di alleggerire il clima plumbeo che aleggia intorno al virus cinese, con tutto ciò che ne consegue in termini di allarmismo. La Russa, comunque, per parte sua ha capito che quella frase poteva risultare fuori luogo e così ne ha chiesto la rimozione, come spiegato da lui stesso. “Alfonso ha messo sui miei social un post ironico, ma forse sul virus l’ironia potrebbe suonare fuori luogo e gli ho detto di toglierlo“, ha scritto il vicepresidente del Senato, sempre sui social.
Quella sinistra sempre in bilico tra Pavlov e Stalin
Una precisazione che, in teoria, sarebbe stata sufficiente a chiudere la vicenda come un piccolo incidente. Se non fosse che la sinistra italiana è sempre in bilico tra Pavlov e Stalin, e anche stavolta non ha ritenuto di smentirsi. “Mi viene in mente quanto abbia sofferto il nostro Paese per quel saluto romano che è stato il segno distintivo di un movimento politico/criminale come il fascismo. Più sobrietà è necessaria per chi riveste cariche pubbliche. La memoria è patrimonio indispensabile per ogni cittadino”, ha tuonato Gennaro Migliore di Italia Viva, al quale ha fatto eco la collega Silvia Fregolent, per la quale il post si attesta “nella classifica dei tweet più vergognosi dell’anno”. Fregolent, con ogni probabilità, frequenta poco i social.
La lezione su come stare al mondo di Taverna. Sì, di Paola Taverna
Ci si è messa pure Paola Taverna a dare lezioni di opportunità e di capacità di stare al mondo. Sì, Paola Taverna. “Ignazio Benito Maria La Russa, di Fratelli d’Italia, si fregia di essere vicepresidente del Senato. Peccato che oggi sui suoi social – ha scritto – se ne esca così, affrontando un tema serio come il coronavirus con un allarmismo e una superficialità disarmanti. Poi, forse rendendosi conto che le sue parole avrebbero potuto puzzare di apologia del fascismo, ha cancellato tutto. Forse – insiste la grillina – mentre lo scriveva pensava agli anni passati, quando da segretario regionale del Fronte della gioventù andava per le vie di Milano insieme ai suoi amici camerata”. “Per fortuna l’idiozia ancora non è contagiosa”, ha chiosato Taverna.
La Russa zittisce gli haters
Nel frattempo, com’era ovvio, sui profili di La Russa si è scatenato di tutto e di più. Perché lui il post lo aveva pure fatto togliere in tempo, ma ci ha pensato la grancassa dei cultori della delicatezza a dargli la visibilità che il vicepresidente del senato gli aveva tolto. Tant’è che alla fine lo stesso La Russa due paroline su questo argomento le ha spese. “Carissimi haters, vi siete accorti che Alfonso dopo circa 5 minuti, su mia richiesta, ha tolto il post PRIMA di qualsiasi commento? Quindi, niente gaffe. Ma per mia scelta appena letto e spiegandone il motivo. Ma chissà se avessi letto i vostri deliranti commenti arrivati dopo…“.