Uccide due donne poi si spara. Terzo femminicidio in Sicilia
Caltanissetta – Con me in questa vita e, se non è possibile, nell’altra. Sarà passato questo nella mente di Michele Noto, 27enne di Mussomeli (Caltanissetta) che non si dava pace per l’interruzione della relazione con Rosalia Mifsud, detta Rosy, più grande di lui di 11 anni.
E allora, all’ennesimo «no» della donna, l’ha uccisa sparandole con un revolver, che era regolarmente detenuto e per il quale aveva un porto d’armi, e ha eliminato anche la figlia che Rosy aveva avuto da un precedente matrimonio, Monica Di Liberto.
Quest’ultima, coetanea di Michele, non aveva digerito la storia della madre avviata a settembre con lui che, essendo proprio coetaneo, sarebbe potuto essere suo figlio e, allora, si era posta da ostacolo fra loro. E Rosy aveva ascoltato i consigli della figlia. Michele dopo avere ucciso le due donne, si è suicidato con la stessa arma.
Secondo una prima ricostruzione del duplice femminicidio, sul quale indagano i carabinieri della cittadina siciliana e di Caltanissetta, probabilmente Michele giovedì sera, intorno alle 23.30, ha fatto un ultimo disperato tentativo di tornare con Rosy, ma non è andato in porto. Le due donne avevano trascorso la serata da un’amica di Rosy. Michele le aspettava. Malgrado l’interruzione della relazione, lui e Rosy erano in buoni rapporti e, quindi, è stato fatto entrare in casa. Il portone, infatti, non presenta nessuna effrazione.
Del resto, nessuno sospettava nulla da quanto emerge dalla testimonianza di amici e parenti delle due vittime. I vicini non hanno sentito nessun litigio, se non qualche rumore. Poi, improvvisamente, gli spari che hanno squarciato la notte. Almeno quattro, dicono gli inquirenti. Rosy e Monica sono state colpite alla testa. Poi Michele ha rivolto l’arma contro di sé.
A ritrovare i cadaveri sono stati il figlio 22enne di Rosy, chiamato dal fidanzato di Monica che, non riuscendo a mettersi in contatto con lei, era preoccupato. Il fidanzato era al corrente della presenza di Michele in casa, in quanto Monica lo aveva avvisato via whatsapp. Poi le comunicazioni si erano interrotte e la ragazza non gli aveva risposto più. I due si sono recati a casa di Rosy, dove la tragedia era già stata consumata. I cadaveri erano nella stanza da letto. Gli inquirenti stanno ricostruendo la dinamica del duplice omicidio. Non si sa ancora se inizialmente in stanza si trovassero solo Michele e Rosy e Monica sia sopraggiunta in un secondo momento oppure se fossero tutti e tre lì a discutere. Sarà l’autopsia a svelare qualche dettaglio in più. Per chi lo conosceva, Michele era un «ragazzo normale», il ragazzo della porta accanto, che dedica particolare attenzione alla cura del corpo, tanto che il suo profilo Facebook è pieno di sue foto in posa da culturista e mentre si allena in palestra.
Anche giovedì sera era stato visto mentre passeggiava col suo cane Corso vicino alla casa di Rosy, che non dista molto dalla sua, in centro storico, per cui ciò non aveva destato alcun sospetto. «Non ci sono precedenti interventi per litigi o maltrattamenti dice il tenente colonnello Alessio Artioli, comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Caltanissetta – È una tragedia inaspettata».
Il sindaco della città ha indetto il lutto cittadino. Nel giro di due giorni sono tre le donne uccise in Sicilia per mano di chi avrebbe dovuto amarle. Soltanto il giorno prima a Mazara del Vallo il 53enne Vincenzo Frasillo ha ucciso di botte la moglie Rosalia Garofalo, 52 anni, mosso da una morbosa gelosia.
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