Lo Stato spende 5 milioni per gli affitti degli immigrati
Chissà se al prossimo appuntamento elettorale, le regionali di maggio, il governatore uscente della Puglia Michele Emiliano sarà premiato con una pioggia di voti dai cittadini come successe 5 anni fa.
Nel frattempo infatti la Puglia si è trasformata in un crocevia di immigrazione tra centri di accoglienza straordinari, residenze per i richiedenti asilo, comuni con all’attivo una miriade di progetti di protezione fino alla proliferazione di hotspot. E l’ultimo esempio è quello di Taranto, dove proprio ieri la Ocean Viking, nave della Ong Sos Mediterranée, ha sbarcato 403 migranti. Destinazione, il centro di prima accoglienza situato a poche centinaia di metri dall’ingresso del porto commerciale della città, a ridosso dell’area industriale che comprende anche l’ex Ilva. Chissà quanto tempo vi albergheranno. Comunque vada, tutto si può dire fuorché che in Puglia gli stranieri vengano bistrattati. Anzi l’ultimo progetto sperimentale, e ideato in collaborazione con il Viminale, è quello di pagare l’affitto di casa agli immigrati.
La somma di ben 5 milioni e 447mila euro messa a disposizione viene giustificata dal ministero dell’Interno così: «Il progetto intende avviare un modello sperimentale di accoglienza, attraverso moduli abitativi dignitosi e servizi alla persona per l’accoglienza e la promozione del lavoro degli immigrati regolari, vittime di sfruttamento lavorativo nel settore agricolo». Insomma dopo la colonizzazione della Sicilia, che soltanto nella ultime 4 settimane ha accolto 870 stranieri, si passa alla volta della Puglia dove Emiliano, grazie a una legge ad hoc, ha istituito la Consulta regionale per l’integrazione degli immigrati e la Consulta provinciale per i problemi dell’immigrazione. Entrambi gli uffici sono costituiti da cariche non elettive: poltrone accoglienti per buonisti pensate da politici più concentrati sui migranti che sulla realtà complessiva del territorio.
Infatti il progetto della Regione Puglia e del Viminale non tiene conto del fatto che qui ci sono circa 20mila famiglie che hanno presentato domanda per un alloggio popolare e che, per il 70% risiedono nei capoluoghi di provincia. Già, ma guai a invocare il motto «Prima gli italiani». Un altro dei programmi bizzarri che la Regione ha avviato riguarda i 5 milioni e 250mila euro per finanziare ben 35 progetti diversi finalizzati a realizzare una Puglia libera da discriminazioni (Discrimination Free Puglia).
E dopo i porti, si aprono anche le casse dell’erario. Sono stati predisposti nuovi appalti per la ristrutturazione del Cara di Bari Palese (382mila euro di cui 200mila per gli impianti di climatizzazione), oltre all’incremento di altri 300 posti che verranno a costare ulteriori 2,3 milioni. Al contempo a Manfredonia (in provincia di Foggia) sono state aperte due gare per incrementare di 300 posti (2,3 milioni) il centro di Borgo Mezzanone e attivare un servizio di interpretariato (173mila) per l’anno in corso. Non ultimo in ordine di importanza, la prefettura di Taranto, proprio in questi giorni, sta predisponendo l’incremento di altri 300 posti per l’hotspot di Taranto. Lo sbarco di ieri sarà solo il primo di una nuova serie.
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