M5S, espulso il senatore Ciampolillo e un suo collega
Il M5S perde ancora pezzi. Il senatore Lello Ciampolillo, stando a quanto riporta l’Agi al termine dell’istruttoria condotta dai probiviri del Movimento, sarebbe stato espulso insieme a un collega per la mancata restituzione di una parte dell’indennità percepite.
Solo pochi giorni fa i deputati Michele Nitti e Nadia Aprile avevano aderito al gruppo misto ufficialmente criticando la “deriva autoritaria” del M5S, ma in realtà se n’erano voluti andar via prima che il collegio dei probiviri esaminasse il loro caso e, eventualmente decidesse di espellerli. “La situazione in cui mi sono trovata è dipesa esclusivamente da un’inesorabile deriva autoritativa del Movimento e dalla mancata considerazione in cui sono stata tenuta come parlamentare e, cosa per me ancor più grave, come persona”, si legge in una nota rilasciata dalla Aprile, deputata alla Camera nel collegio uninominale della Puglia.
“Mi ha offeso l’ingiustificato attacco mediatico a cui sono stata sottoposta, venendo dipinta, da quasi tutti gli organi di stampa nazionale, come morosa e inadempiente agli obblighi assunti per vili fini personali di natura economica, senza ricevere alcuna tutela da parte del Movimento, benchè, circostanza ben nota ai vertici, io abbia solo cercato, sin dallo scorso mese di aprile, di avere chiarimenti sull’autoritaria costituzione del ‘Comitato per le rendicontazioni/rimborsi del Movimento 5 Stelle’ e sull’imposizione di destinare le restituzioni al predetto organo privato, costituito, ad hoc, dopo l’inizio della legislatura”, denuncia Aprile. “Dopo aver riflettuto a fondo, ritenendo illegittimo ed infondato il procedimento aperto a mio carico, ma certa di aver contribuito, con la mia presa di posizione, a rendere pubblici comportamenti di dubbia legittimità, sono giunta alla determinazione di non poter più continuare a militare nel Movimento di cui, sebbene condivida ancora i principi ispiratori, non mi è più possibile tollerare i metodi”, aveva concluso la deputata grillina.
Una serie di addii che possono mettere in difficoltà il governo giallorosso di Giuseppe Conte che al Senato vanta numeri sempre più esigui, soprattutto nel momento più difficile per il M5S. I pentastellati arrivano alla verifica di governo dopo una performance disastrosa alle Regionali in Emilia Romagna, dove non hanno eletto alcun consigliere e in Calabria, una terra che nelle ultime consultazioni elettorali aveva dato loro percentuali a due cifre. Ora, invece, i grillini passano dal 43% delle Politiche 2018 all’odierno 7%. Nel frattempo, gli Stati Generali, previsti per metà marzo, sono stati spostati a data da destinarsi in quanto il 29 marzo si terrà il referendum confermativo sull’abolizione del taglio del numero dei parlamentari, voluto proprio dal M5S.
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