Whirlpool annuncia l’addio da Napoli: esplode la rabbia dei lavoratori

Era il 30 ottobre del 2018 quando l’allora ministro del Lavoro e capo politico del M5s Luigi Di Maio con grande soddisfazione annunciava il salvataggio della Whirlpool di Napoli. Subito dopo era stato Stefano Patuanelli a sottolineare la bella notizia che salvava centinaia di posti di lavoro.

Un risultato, questo, che il M5s aveva sbandierato come un grande successo. E invece poco più di un anno dopo, quel trionfo troppo presto annunciato si è trasformato in sconfitta. E clamorosa. L’azienda oggi ha ribadito lo stop della produzione delle lavatrici nello stabilimento della città partenopea a partire dal 31 marzo. Secondo quanto si apprende da fonti presenti al Mise, è stato l’amministratore delegato della multinazionale, Luigi La Morgia, ad annunciare al tavolo al ministero dello Sviluppo economico che a Napoli ”non c’è più sostenibilità economica della produzione di lavatrici” ma che l’Italia ,con i suoi 5mila dipendenti sparsi in tutto il Paese, resta strategica per il gruppo.

”La difficoltà esiste su uno stabilimento”’, ha affermato l’ad di Whirlpool che ha sottolineato come l’azienda era consapevole dei problemi fin dal 2018 ma ha fato di tutto per rilanciare la produzione. “Su Napoli- continua- non c’è più sostenibilità economica della produzione di lavatrici, i dati di mercato sono emblematici”. I 17 milioni di euro previsti per Napoli, afferma ancora l’ad, ”saranno redistribuiti sugli altri stabilimenti del Gruppo. Ancora non abbiamo deciso dove portare produzione lavatrici”.

L’ad avrebbe anche dichiarato che lo stabilimento di Napoli perde 20 milioni di euro l’anno e che non è stato ancora deciso dove si sposterà la produzione di lavatrici. Adesso il governo deve agire senza ulteriori esitazioni: l’obiettivo sarebbe quello di arrivare alla selezione di un possibile investitore a luglio. Non è facile. Invitalia e l’esecutivo richiedono un piano industriale credibile, in grado di non far saltare neanche un posto di lavoro, che permetta un ripristino delle attività produttive sostenibile nel lungo periodo. Per questo la ricerca sarà estesa ad aziende e gruppi sia nazionali che internazionali, non necessariamente attivi nello stesso settore di Whirlpool. A tutti i soggetti che presenteranno una manifestazione di interesse verrà richiesta formalmente una proposta vincolante di insediamento accompagnata da un piano industriale che dovrà essere giudicato serio e con solide basi.

La notizia, come è ovvio che sia, ha gettato nello sconforto i lavoratori impiegati nello stabilimento di Napoli. Tensione si è registrata tra i 300 operai della Whirlpool in presidio per l’intera giornata davanti alla sede del ministero per lo Sviluppo economico. Al termine dell’incontro, i tre segretari generali di Fim, Fiom e a Uilm, Bentivogli, Re David e Palombella sono stati duramente contestati da gruppo di operai al grido di “venduti venduti”. Qualcuno avrebbe anche tentato di aggredire i sindacalisti. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha evitato il peggio. I sindacati chiedono di mantenere il sito produttivo di Napoli fino alla fine dell’anno

Per Bentivogli della Fim, “la tregua conquistata dalla mobilitazione dei lavoratori fino a marzo ad oggi è stata sciupata in tempo perso e tavoli tecnici che non hanno prodotto soluzioni che garantiscano la continuità produttiva da parte di Whirlpool a Napoli e la conferma degli investimenti in tutto il Gruppo. Di fatto siamo tornato indietro di 3 mesi. Abbiamo chiesto di retrocedere da questa posizione arrivando a fine anno. L’azienda ha accettato di proseguire la continuità produttiva fino al 31 ottobre 2020”.

Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil, ha annunciato che già da domani partiranno le assemblee dei lavoratori del gruppo Whirlpool per lanciare lo sciopero di 8 ore in tutti i siti produttivi e per decidere le prossime iniziative di lotta. Per la Fiom l’accordo siglato con il Governo è ancora valido e vincolante.

Durissimo il commento di Rosario Rappa, segretario generale Fiom-Cgil Napoli che ha annunciato che ”da questo momento si rompono le relazioni sindacali con l’azienda. Se il Governo non prende una posizione forte, la vicenda Whirlpool diventa una questione di ordine pubblico. Se il 31 marzo cesserà la produzione di lavatrici e non sarà prospettata una soluzione concreta, a Napoli scoppierà una bomba sociale. L’unica possibilità è che il Governo costringa Whirlpool a mantenere le produzioni di lavatrici a Napoli così come previsto dall’accordo del 2018. Qualora oggi non si dovesse ottenere tale risultato sarà necessario riportare la vertenza alla Presidenza del Consiglio”.

“L’incontro di oggi non ci soddisfa. Il Governo finora non è stato capace ne’ di garantire il rispetto dell’accordo del 2018 ne’ di costringere l’azienda a continuare a produrre nel sito di Napoli”, ha invece affermato Rocco Palombella della Uilm. “Siamo contrari- aggiunge- a ogni progetto di reindustrializzazione del sito napoletano perchè già conosciamo quello che stanno vivendo da anni i lavoratori di Teverola, Embraco, Alcoa e tanti altri. Vogliamo una soluzione che garantisca occupazione e lavoro, non ammortizzatori sociali”.

Per il segretario generale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera,”tutte le organizzazioni sindacali hanno ribadito la stessa posizione: metteremo in campo qualsiasi iniziativa affinché Napoli non chiuda anche perché trascinerebbe dietro di sé anche tutto l’indotto con i circa 800 lavoratori, visto che non è nelle condizioni di riconvertire i propri impianti”. “Abbiamo chiesto – sottolinea – al governo di prendere una posizione che eviti la cessazione delle lavatrici a Napoli, perché non è accettabile che un altro asset industriale del Mezzogiorno venga dismesso, soprattutto dopo le dichiarazioni di oggi dell’amministratore delegato secondo le quali Whirlpool è in crescita in Europa e sta recuperando quote di mercato, perché gli elettrodomestici da incasso e vanno bene anche tutti i siti Italiani sono in graduale aumento”.

Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha definito “inaccettabile” il termine lanciato da Whirlpool e ha convocato due riunioni ristrette con sindacati e azienda. Nelle ultime ore si sarebbe aperto un piccolo spiraglio. Lo stesso ministro ha dichiarato che Whirlpool ha dato l’ok a continuare la produzione a Napoli fino al 31 ottobre. La stessa multinazionale avrebbe confermato la notizia.

il giornale.it

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