Brexit, l’Ue ha dato il via libera all’accordo di recesso
“Auld Lang Syne”: l’anno vecchio, che in questo caso corrisponde a più di qualche decade, volge al termine.
Il Parlamento Ue ha dato l’ok: ora il Regno Unito può procedere la Brexit. L’accordo di recesso è ormai una pura formalità. E Boris Johnson può già di aver fatto buona parte di quello che aveva promesso agli elettori britannici con le elezioni anticipate di qualche mese fa. Almeno il cuore del suo programma elettorale è vicino alla realizzazione.
Per ciò che riguarda l’accordo di recesso, si trattava di un passaggio scontato, ma oggi pomeriggio si è messa la parola “fine” alla parte che compete all’aula dell’istituzione sovranazionale di Bruxelles. C’è stato spazio anche per qualche siparietto: il motivo intonato dagli eurodeputati – come premesso – è solito essere utilizzato per i commiati. Come quello della presidente Ursula Von der Leyen, del resto, che ha detto questo a chi pochi minuti fa ha formalmente salutato l’europeismo: “Vi ameremo sempre e non sarete mai lontani”. A riportarlo, tra gli altri, è stata Lapresse. Il premier Uk sta già valutando la prossima mossa legislativa: con ogni probabilità, la parola d’ordine del suo governo diventerà “nazionalizzazione”. E poi bisognerà gli eventuali effetti, positivi o no, per comprendere quali possano essere gli effetti della fuoriuscita. Per ora il caso del Regno Unito è più unico che raro. Ma queste sono considerazioni inerenti all’aspetto programmatico. Oggi è ancora il giorno degli “arrivederci”. Quelli che Nigel Farage non vuole neppure ipotizzare come possibili.
Il fondatore dell’Ukip, poi Brexit Party, ha ammesso nel suo intervento parlamentare: “Odiamo l’Ue e non torneremo”. Poi all’esponente sovranista è stata tolta la parola, ma lui ha insistito: “”So che volete bandire le nostre bandiere, ma sventoleremo il nostro addio”. Nigel Farage, nell’ultima tornata elettorale, ha sostanzialmente evitato di competere contro Boris Johnson, coadiuvando la nascita di una maggioranza assoluta del Partito Conservatore. E questa è già storia. Nigel Farage, che ha però specificato di amare l’Europa, ha interpretato la giornata odierna come il principio di un canto del cigno per l’Unione europea. Il suo, più che un progetto di futuro certo, è un auspicio: “Io spero – ha incalzato Farage – che questo sia l’inizio della fine di questo progetto anti democratico”. La separazione consensuale, ormai, è stata registrata. Vale la pena segnalare come 49 eurodeputati abbiano comunque optato per il voto contrario. Gli eurodeputati che si sono astenuti, invece, sono stati 13. Tutti gli altri, ossia 641, si sono espressi a favore. La Brexit è sempre più vicina.
il giornale.it