Virus Cina, 80 morti. Farnesina lavora a piano per evacuare gli italiani

Almeno 80 morti e 2.744 casi di contagio confermati. È l’ultimo bilancio, emesso dalla Commissione nazionale per la Sanità cinese, in merito all’epidemia di coronavirus diffusasi in Cina.

Il primo ministro Li Keqiang si è recato in visita a Wuhan, la città da cui è partita l’epidemia, dove ha anche fatto visita ai pazienti. Intanto, per cercare di contenere la diffusione del virus, la città ha annunciato la sospensione dell’emissione di visti e di passaporti per i cittadini cinesi fino al 30 gennaio. Inoltre, in tutta Cina sono state prolungate le feste per il capodanno fino al 2 febbraio, per evitare che i cittadini si rechino al lavoro e a scuola, facilitando così la quarantena.

Ed è una corsa contro il tempo per cercare di sconfiggere l’epidemia, ma la possibilità che il virus possa trasmettersi anche in fase di incubazione, quando non sono ancora presenti i sintomi, rende tutto più difficile. “La gente- ha detto un ricercatore del Chinese disease prevention and control center-non dovrebbe uscire di casa e non dovrebbe stare in aree affollate”, dato che il virus si trasmette attraverso il contatto di piccole goccioline di saliva.

Con il peggioramento dell’epidemia, un numero sempre più alto di Paesi si prepara ad evacuare i propri cittadini da Wuhan. Anche l’Italia sta mettendo in atto un piano per allontanare i connazionali dalla città da cui è partita l’epidemia di coronavirus. Una delle ipotesi è che il trasferimento dei cittadini avvenga via terra, attraverso una zona più sicura della Cina. Poi, le persone evacuate dovranno restare in osservazione in ospedale per il 14 giorni successivi. Sarebbero circa 50 gli italiani presenti a Wuhan e, in generale, nella regione di Hubei: l’ambasciata è in contatto con tutti, per capire quali siano le intenzioni di ognuno. Chi deciderà per l’evacuazione dovrebbe percorrere in autobus circa 350 chilometri, fino ad arrivare a Changsha, capitale della provincia dello Huhan, dove passeranno le successive due settimane (tempo per la comparsa dei sintomi del coronavirus) in quarantena. Secondo quanto riferito da Tgcom24, il capo dell’Unità di crisi, Stefano Verrecchia ha chiarito che la quarantena, è “un’ipotesi allo studio dell’Italia con gli altri partner”. Inoltre, l’evacuazione sarebbe possibile solamente dopo un’autorizzazione del governo cinese. Chi deciderà di rimanere in città, sarà assistito dall’ambasciata a Pechino che “sta provvedendo a tutte le misure del caso”. Virus Cina, italiani possono lasciare Wuhan via TerraPubblica sul tuo sito

Intanto un gruppo di scienziati cinesi ha messo in dubbio che la diffusione del coronavirus sia partita dal mercato del pesce di Wuhan. Secondo la ricostruzione dell’epidemia, effettuata dal gruppo di ricercatori, il primo caso di coronavirus si sarebbe registrato il primo dicembre e il paziente non avrebbe avuto alcun collegamento con il mercato del pesce. “Nessun legame epidemiologico è stato trovato tra il primo paziente e casi successivi”, affermano gli scienziati. Inoltre, secondo loro, in 13 casi su 41 non ci sarebbe alcun collegamento con il mercato di Wuhan.

Aumentano anche i casi di contagio fuori dalla Cina. Ieri, in Vietnam si è registrato il primo caso di trasmissione da uomo avvenuto al di fuori del Paese da cui è partita l’epidemia. Intanto, in Australia e negli Stati Uniti si conta il quinto caso di coronavirus. La Mongolia, invece, ha decisio di blindare il confine con la Cina e, come misura precazionale, ha chiuso asili, scuole e università.

il giornale.it

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