L’Ipotesi: virus creato in laboratorio militare
I l contagio del coronavirus dilaga in Cina e costringe i vertici del potere a misure in ogni senso straordinarie. Il leader cinese Xi Jinping ha presieduto una riunione ristretta dell’ufficio politico del comitato permanente del Partito comunista, il vero organismo dirigente della Cina rossa, composto da sette persone in tutto, per prendere decisioni urgenti sull’emergenza sanitaria.
Xi ha ammesso che «la situazione è grave» e che la diffusione del virus 2019-nCoV (contro il quale al momento non esiste una cura specifica) «sta accelerando». Per questo, ha annunciato, «è necessario rafforzare la leadership centralizzata e unificata del comitato centrale del partito», e formare una task force di dirigenti per gestire l’epidemia. La Cina, ha detto Xi, «può vincere questa battaglia».
Il regime, insomma, serra i ranghi di fronte a una prova che con il passare delle ore appare sempre più drammatica, e non è escluso che in segreto vengano considerate anche misure di emergenza in tema di ordine pubblico, nel timore che un’esplosione generalizzata di panico possa mettere in difficoltà le stesse strutture del potere dittatoriale nell’immenso Paese che conta un miliardo e 400 milioni di abitanti.
Cifre e fatti diffusi ufficialmente da Pechino delineano una situazione ben più che critica. I contagiati sarebbero circa 1300, distribuiti in tutte le province cinesi con l’esclusione del remoto Tibet, e i morti si avvierebbero alla cinquantina. Le città chiuse d’autorità per limitare la diffusione del virus sono ormai una ventina, per una popolazione complessiva di 56 milioni di persone (quasi l’intera Italia), e a Wuhan è stata avviata la costruzione a tempi di record (sei giorni) di un secondo ospedale-lazzaretto da migliaia di letti. È stato decretato lo stop alle partenze turistiche organizzate in tour in tutta la Cina, e a Pechino sono sospesi da oggi e fino a data da stabilirsi tutti i trasporti su strade interprovinciali. Questo trasformerà presto di fatto anche la capitale in una città isolata via terra. Del resto, già ieri l’immensa Shanghai (28 milioni di abitanti) sembrava una città fantasma, con i residenti chiusi in casa per la paura nonostante il Capodanno cinese, tradizionalmente festeggiatissimo nelle strade.
Un conto, però, sono i dati ufficiali, un altro quelli veri che secondo fonti d’intelligence internazionale il governo cinese starebbe tenendo segreti per limitare il panico. A tale riguardo ieri il direttore di TgCom24, Paolo Liguori, ha riferito al pubblico italiano di informazioni molto attendibili in suo possesso secondo cui alcune notizie diffuse dalla Cina come la presunta identificazione di serpenti o pipistrelli o visoni quali agenti di trasmissione del virus polmonare all’uomo, o la sua iniziale diffusione a partire dal mercato del pesce della città di Wuhan – altro non sarebbero che depistaggi. La verità, afferma Liguori citando fonti d’intelligence che già in passato hanno dato prova di alta credibilità, sarebbe un’altra: il contagio sarebbe partito da un laboratorio militare segreto di Wuhan dove si lavora alla guerra batteriologica (un sito di cui la rivista Nature, in un numero del 2017 mostrato ieri al tg dal direttore, si era già occupata). Una conferma a questa ipotesi arriva da Dany Shoham, biologo ed ex ufficiale dell’intelligence militare israeliana, esperto di armi batteriologiche che al Washington Times, ha parlato di «un laboratorio a Wuhan» dove il governo cinese «lavora in segreto allo sviluppo di armi chimiche». Qui, nello scorso dicembre, un tecnico si sarebbe accidentalmente infettato con un virus modificato della Sars, la grave infezione polmonare che alcuni anni fa aveva colpito in Cina provocando centinaia di morti. Inizialmente, a causa di un’incubazione che come poi si è accertato dura fino a 14 giorni, il contagio era passato inosservato, e quando è stato accertato era ormai tardi.
L’estrema preoccupazione dimostrata dal governo, sostiene Liguori, si spiegherebbe proprio con la consapevolezza che si tratta di un virus sintetico pericolosissimo. Al punto che in segreto la Cina si starebbe facendo aiutare dagli americani per creare un antidoto. Non è tutto: le cifre reali sarebbero molto più gravi, con migliaia di morti e decine di migliaia di contagiati. Del resto, secondo l’università inglese di Lancaster, entro due settimane solo a Wuhan saranno possibili fino a 350mila nuovi contagi: uno scenario apocalittico.
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