Il soccorso rosso dei sindacati per Bonaccini: “Vogliamo una regione antifascista”
Che in Emilia-Romagna Lucia Borgonzoni debba sfidare un sistema di potere ben collaudato da decenni è noto. È ciò rende la sua sfida ancora più complessa e difficile.
A pochi giorni dal voto, ora i sindacati lanciano il loro appello a favore del candidato del centro-sinistra, il governatore uscente Stefano Bonaccini sostenuto dal Pd e dalla sinistra.
La Fiom-Cgil della regione rossa, pur senza mai nominare direttamente Bonaccini né la Lega, in un documento che circola in queste ore (leggi e scarica) sottolinea che, come sempre in occasione di appuntamenti elettorali, approccia la discussione politica con “oggettività rispetto allo stato delle cose” e “con autonomia ed indipendenza rispetto a partiti e candidati”. È evidente, ammette il sindacato da sempre legato alla sinistra, che l’appuntamento del 26 gennaio “avrà una risonanza nazionale e conseguenze per la politica del nostro Paese”. La Storia della Fiom, rimarca il documento, “è quella di un sindacato che non si è mai chiuso dentro i cancelli delle fabbriche” ma che “ha sempre avuto l’ambizione di trasformare la società a partire dagli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Oltre all’approccio sul lavoro, la distanza con Lucia Borgonzoni appare a dir poco siderale leggendo tra le righe del documento redatto dalla Fiom. A cominciare dalla partita dell’immigrazione e dell’accoglienza. A tal proposito il sindacato ha le idee chiare e vuole “una regione accogliente e solidale” perché l’Emilia Romagna “o è una regione accogliente e solidale oppure non è l’Emilia Romagna. Nessuno nasce migrante”. È il momento di dire basta, scrive il sindacato dei metalmeccanici, in affermazioni che sembrano riferirsi proprio alla Lega, senza essere troppo maliziosi, a “chi individua nello straniero il responsabile di ogni male nel Paese per non voler affrontare i veri nodi che da sempre condannano l’Italia alle periferie dell’Europa: evasione fiscale, illegalità diffusa, clientelismi, finanza pervasiva ed invasiva nell’economia reale”. Insomma, l’immigrazione non è un problema, ma una risorsa. La solita storia.
Naturalmente, non poteva mancare l’appello a battersi contro l’avanzata del nuovo fascismo. La Fiom, insiste, “è per una regione antifascista: mai come oggi, infatti, i rigurgiti fascisti, razzisti, omofobi e sessisti in tal senso risultano numerosi, pericolosi e, purtroppo, troppo spesso sdoganati anche da un’informazione colpevolmente sopita su questo tema”. Curioso pensare che, se si parla di Fiom, soltanto un mese fa, come riporta Il Manifesto, è nata una polemica tutta interna alla coalizione di Bonaccini: da una parte un ex segretario della Fiom candidato nella lista “Emilia-Romagna Coraggiosa” di Elly Schlein e Vasco Errani. Dall’altra un imprenditore, candidato direttamente nella cosiddetta lista del presidente. L’imprenditore, Carlo Fagioli, è finito sotto accusa per il suo passato. A puntare il dito Sergio Guiaitolini, una vita nella Fiom-Cgil e oggi candidato in Coraggiosa. Una bella grana per Bonaccini, nonostante il soccorso rosso di queste ore.
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