Conte annulla il viaggio a Davos e resta a Roma: il governo è a rischio?
Il governo giallorosso è in bilico. Giuseppe Conte, diversamente da quanto programmato precedentemente, non sarà presente oggi al Forum economico mondiale in Svizzera con economisti, capi di governo, banchieri e capi d’azienda.
Lo si apprende dall’organizzazione del World Economic Forum. Il presidente del Consiglio era atteso nel primo pomeriggio: alle ore 16.00 avrebbe dovuto pronunciare il suo “special address” alla comunità di investitori e leader politici, ma ambienti della maggioranza hanno fatto sapere che l’avvocato non potrà partire a causa di urgenti impegni di governo che lo costringono a trattenersi a Roma. Stando a quanto riportato da Bloomberg, una fonte ufficiale ha fatto sapere che il presidente del Consiglio sarà alle prese con un’importante sessione governativa nella Capitale in serata, con dossier delicati sul tavolo. La notizia, al momento, non è stata smentita da Palazzo Chigi.
Governo a rischio
La logica suggerisce che la decisione non può essere totalmente scollegata dalle dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico del Movimento 5 Stelle e dal terremoto interno ai grillini. La situazione è delicata e il capo del governo non è affatto tranquillo. Anche perché la maggioranza è praticamente a pezzi: altri due pentastellati (Michele Nitti e Nadia Aprile) hanno lasciato il gruppo per approdare al Misto. Sebbene al momento non vi sarebbe alcuna ripercussione immediata sulla tenuta dell’esecutivo, la tensione è alle stelle. Tuttavia Roberto Gualtieri, rispondendo da Davos alla Cnbc, ha precisato: “Non è una crisi politica. Non sta in alcun modo nuocendo al governo. Rimarrà ministro degli Esteri e non farà male nemmeno alla maggioranza, che è molto ampia in Parlamento. Non cambia nulla”. A suo giudizio è da considerarsi semplicemente come “un cambiamento fisiologico nel partito”.
Conte deve fare i conti anche con le imminenti elezioni Regionali in Emilia-Romagna: domenica 26 gennaio la roccaforte rossa potrebbe cadere e andare in mano al centrodestra. Il premier ha tranquillizzato: “Il voto in Emilia-Romagna è importante, ma rimane espressione di una comunità regionale e non decide il destino del governo nazionale”. Eventualmente però ci sarà una vera e propria offensiva dell’opposizione. “Se dovessimo vincere in Emilia-Romagna e in Calabria, un minuto dopo chiederemo il voto”, ha avvertito Giorgia Meloni. Il ministro dell’Economia anche su questo tema ha voluto placare gli animi e le voci: “Prima di tutto le elezioni sono elezioni locali, saranno eletti leader regionali e sono fiducioso che sarà eletto il migliore, ma chiunque sceglieranno non avrà niente a che vedere con il governo nazionale. Spero e sono fiducioso che il candidato progressista vincerà”.
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