”Io marocchino contro l’immigrazione: un business, porta al degrado”
”Non se ne può più. Arrivano con i barconi, anche chi non ne ha diritto, e lo Stato li abbandona. Il problema poi è degli italiani e degli immigrati che rispettano le regole. Gli italiani non sono razzisti, sono esasperati’ dagli irregolari che compiono reati’. A parlare non è qualche estremista di destra, un leghista, uno xenofobo o quant’altro bensì un cittadino marocchino perfettamente integrato nel nostro Paese.
Lui è Banni, immigrato arrivato in Italia oltre 20 anni fa ed ora vive a Belluno. Mai un problema con nessuno. Anzi.
Banni in quella tranquilla città del Veneto si sente a casa, ben accetto da tutti. Lui è orgoglioso anche del nomignolo che gli hanno dato in modo amichevole e affettuoso le persone del posto: il ”bellunese nero”. Del resto, sa che in questo appellativo non c’è nulla di offensivo. È semplicemente un modo simpatico di farlo sentire parte integrante della comunità.
Lo stesso Banni ormai si sente italiano a tutti gli effetti tanto che, come lui stesso ha affermato, se fosse necessario sarebbe disposto a dare la sua vita per il bene del Paese. Il “bellunese nero” è una persona sincera, cordiale, buona d’animo e stanca di quanto sta accadendo in Italia per l’immigrazione senza regole che crea problemi da nord a sud.
Banni, infatti, ci tiene a far sapere di non essere contro le persone che giungono qui in cerca di una vita migliore e che considera loro stesse vittime di un sistema più grande. Chiede solo a costoro il rispetto delle regole e della civile convivenza. Perché altrimenti i problemi si riversano sugli italiani e gli immigrati integrati. Il suo non è solo uno sfogo ma anche un messaggio allo Stato affinché corra ai ripari prima che sia troppo tardi. Il timore è che si crei un clima di sfiducia, sospetti e odio tra italiani e stranieri.
”A Belluno si vive bene, le persone sono riservate ma dal gran cuore. Purtroppo però negli ultimi anni la situazione sta cambiando. E in peggio”. Banni lo dice chiaramente. La colpa è di chi arriva in Italia anche se non ne ha diritto e per campare entra in giri fuorilegge. ”Ditemi che guerra c’è in Sudafrica, in Senegal o Camerun”, afferma il “bellunese nero” che poi si chiede del perché vengano tutti in Italia. Una risposta la trova lui stesso:”In Francia e in Germania, ad esempio, le cose funzionano in modo differente. Ci sono regole dure. Bisogna studiare, imparare la lingua, fare esami. In Italia vengono e non sanno neanche scrivere”.
Poi il ”bellunese nero” lancia un attacco a quello che considera essere il business compiuto sulla pelle dei migranti. Questi ultimi raggiungono l’Italia perché credono che sia il Paradiso. L’Italia, a sua volta, non chiude i porti perché, in cambio, riceve milioni dalla Ue. A questo punto gli stranieri, secondo Banni, o lavora nei campi o, essendo irregolari, per sopravvivere è costretto a compiere reati. Ciò non fa altro che accrescere la tensione tra italiani e migranti. Il coraggioso marocchino ammette con amarezza che in questi ultimi tempi qualche frase contro gli stranieri viene proferita. Non solo. Anche qualche bimbo figlio di immigrati regolari e integrati sta avendo problemi a scuola. La colpa non è degli italiani o degli stranieri che vivono in Italia ma di chi sfrutta il business dei disperati.
Banni sottolinea che a Belluno arrivano per spacciare anche stranieri da altre località e che ormai la droga si trova ovunque. In passato, sottolinea il ”bellunese nero”, la gente che voleva fumarsi le canne doveva andare fino Padova per comprarsele. ”Adesso c’è tutto qua, anche in stazione, dove si vendono tutti i tipi di droga. Ma come è possibile? Ma stiamo scherzando? Queste cose prima non accadevano”. Banni è consapevole che spacciatori stranieri, spesso irregolari, entrano in azione e sfruttano le ingenuità e le fragilità dei ragazzini. Sta male quando lo dice. La voce è rotta dall’emozione. Ma trova la forza di proseguire. ”Andate nei pressi della stazione: vedrete tantissimi stranieri aggirarsi lì”.
Allo stesso tempo, Banni dichiara più volte con forza che non è colpa della polizia, dei carabinieri o dei militari della Guardia di Finanza per quanto succede. ”Loro sono eccezionali. Fanno un incredibile lavoro per garantire la sicurezza di tutti noi. Girano tra le strade giorno e notte. Sono disponibilissimi. Appena c’è necessità subito corrono. Ascoltano, ci aiutano. Ci sentiamo al sicuro con loro, io li posso solo ringraziare per quanto fanno”. Per il “bellunese nero” quello che non va sono le leggi che legano le mani agli uomini delle forze dell’ordine.
”Non è questione di essere razzisti, perché anch’io sono un nero di fatto – prosegue- Ma da quando sono entrati i migranti irregolari, a Belluno c’è di tutto”. La colpa, rimarca Banni, è soprattutto dello Stato: ”Li fai entrare e poi li abbandoni, magari gli dai 30 euro al giorno. Ai tg si vedono solo quando arrivati sui barconi. Ma non si vede quello che fanno dopo”. Questo secondo Banni crea situazioni poco piacevoli.”Loro magari lavorano, gli italiani no. Loro hanno la macchina, gli italiani no”. Per il “bellunese nero” ciò può provocare risentimento. ”Gli italiani non sono razzisti”, sottolinea Banni che suggerisce alla politica come muoversi. ”Limitare gli ingressi e fare controlli. Chi non ha diritto a stare qui deve essere prima curato e il giorno dopo condotto in aeroporto e rispedito nel suo Paese d’origine”. Se si fa così, si dice convinto Banni, ”girerebbero voci anche in Africa” e così anche gli altri che voglio partire con i gommoni capirebbero che sarebbe inutile. In sostanza, si chiede l’onesto cittadino, perché in Francia e Germania sugli irregolari si agisce in una maniera e in Italia no? ”Quella Francia- continua- che ha impoverito l’Africa”.
”Cosa pensi che faccia uno che ha impiegato anni per arrivare in Europa, percorso 2mila chilometri per arrivare solo fin in Marocco e poi farne altri su un gommone dove ha visto le persone morire? Qui su 200 persone ne arrivano 30. Secondo voi se gli danno l’espulsione questo se ne va?”, si chiede Banni che racconta di aver saputo di un ragazzo che per pagarsi il viaggio ha venduto casa ed è morto in mare.
Il ”bellunese nero” considera un grave errore la possibile sanatoria per gli immigrati irregolari in Italia, soprattutto se poi non seguirà un preciso piano di integrazione. ”Ho paura che in futuro ci possano essere problemi causati da chi viene qui. Bene che si tuteli chi è già in Italia ma poi basta”.
Banni tempo fa ha perso la mano dopo un incidente sul lavoro. Ma non si scoraggia. Chiede solo di poter vivere tranquillo insieme alla sua famiglia nel Paese che lo accolto senza pregiudizi. ”Dobbiamo fare qualcosa per gli immigrati onesti e che vogliono vivere secondo le regole- continua- e io voglio fare arrivare il mio messaggio allo Stato”.
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