Odio e fake news: per bloccare via Almirante a Verona la sinistra tira in ballo pure Liliana Segre
Una lettera al prefetto di Verona per chiedergli di fermare l’intitolazione di una strada a Giorgio Almirante, già deliberata dal Consiglio comunale. A scriverla è stata l’associazione La città che sale. Sostiene che nulla nella vita e nei valori del padre della destra italiana avrebbe dato la “testimonianza dello sviluppo materiale e civile” richiesta dal regolamento comunale per l’intitolazione. Per questa associazione, infatti, la decisione del consiglio comunale sarebbe giustificata solo da “atteggiamenti ideologici”. Insomma, la solita manfrina, questa sì, dettata da atteggiamenti ideologici di chi ha lo sguardo fermo a un secolo fa.
La lettera al prefetto di Verona
La città che sale mette in relazione “l’assegnazione quasi contemporanea della cittadinanza onoraria a Liliana Segre (tributata quattro giorni fa, ndr) e la proposta di intitolare la via ad Almirante”. Una scelta che esporrebbe la città “al ridicolo, oltre che all’indignazione, configurando una sorta di grottesca, anacronistica e strumentale compensazione ideologica”. “Come si può celebrare la vittima di uno dei più abominevoli regimi politici novecenteschi e intitolare una strada ad uno dei responsabili di quel regime? Che senso ha insistere con questi atteggiamenti ideologici a 75 anni dalla fondazione della Repubblica e a 30 dalla fine della guerra fredda?”, si chiede quindi il consiglio direttivo dell’associazione, che firma la lettera al prefetto Donato Cafagna.
L’inutile contrapposizione Almirante-Segre
La lettera non è estemporanea, ma fa seguito alle polemiche già sollevate dalla sinistra in consiglio comunale. Riproponendone errori e falsità. “Da un lato si dà un riconoscimento a una donna coraggiosa impegnata contro i rigurgiti di fascismo, dall’altro si sdogana una figura come Almirante, che di questo razzismo omicida fu un accanito e mai pentito teorico”, ha sostenuto il capogruppo di Sinistra in Comune, Michele Bertucco, parlando con Repubblica. E qui c’è la prima fake news. La commissione toponomastica, infatti, ha deliberato la via ad Almirante il 5 novembre, ben prima della scorsa settimana quando è arrivata la delibera di giunta. La cittadinanza onoraria a Liliana Segre, invece, ha avuto il via libera – all’unanimità – appena 4 giorni fa. Non solo, la mozione è stata presentata proprio da quel Bertucco che ora sembra sposare la tesi dell’intitolazione “compensativa”. Una “bufala” nella quale sembra essere cascata anche la stessa Segre. Invitata a commentare la notizia dall’agenzia di stampa Adnkronos, la senatrice ha parlato di “due scelte di fatto incompatibili, per storia, etica e logica”.
Le fake news della sinistra
Ma è nel merito che questa sinistra dà il peggio di sé. E non è nemmeno più interessante cercare di capire se sia per ignoranza, furore ideologico o solito, cinico utilizzo strumentale dell’argomento antifascismo. Ciò che è certo è che, senza voler tornare indietro ai tempi di Berlinguer, di recente un’altra icona sacra della sinistra ha chiarito senza ombra di dubbio che Almirante ha contribuito eccome allo “sviluppo materiale e civile” del Paese. Si tratta di Giorgio Napolitano, che nel 2014 in veste di Capo dello Stato e in occasione del centenario della nascita, ha riconosciuto, tra l’altro, al leader storico della destra “un superiore senso dello Stato che ancora oggi rappresenta un esempio”. Quanto al tema della collaborazione con la Difesa della razza, con poca originalità tirato fuori da Bertucco, “fu, di tutta la sua vita, l’unica esperienza che sconfessò, completamente”. Si tratta di testimonianze che non è difficile trovare e per le quali non serve un lavoro di ricerca storica: basta andare su Google e fare una ricerchina a prova di analfabeti (funzionali e non).